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Giovane alla scuola di Iv con orologio costoso al polso: insulti sui social. Ma è un regalo del papà morto

Ha postato su twitter una propria foto alla Scuola di politica di Italia Viva, in cui lo si vede con al polso un orologio costoso, e su di lui è iniziata una pioggia di insulti sui social, sui quali è stato difeso tuttavia da esponenti di Iv e da Carlo Calenda. E’ capitato a Roman Pastore, un 21enni candidato con Azione a Roma in un Municipio. Nella foto postata l’altro ieri al suo arrivo a Ponte di Legno, Pastore indossa al polso un grosso orologio di marca.

Tra i numerosi insulti nei suoi riguardi la maggioranza arrivano da account in cui compare solo un anonimo nickname. Ma parole pesanti sono arrivate anche dalla psicologa Barbara Collevecchio, che come altri ha messo in relazione l’orologio (identificato come un Rolex), con l’affermazone di Matteo Renzi di voler abrogare il reddito di cittadinanza. E molti degli insulti a Pastore sono indirizzati anche a Renzi.

E poi l’accusa di Collevecchio a Pastore di essere un «figlio di papà». Pastore, rispondendo su Twitter a Collevecchio, ha scritto: "Orgogliosamente figlio di mio padre, che purtroppo non c'è più da diversi anni. Mi ha lasciato un orologio (un Audemars Piquet, ndr) ma mi ha insegnato a non giudicare nessuno dalle apparenze, senza sapere nulla di lui e della sua vita». Calenda, sempre su Twitter, ha definito «inaccettabili» questi attacchi: «Forse quella persona pensa che il Reddito di cittadinanza, che ha sostituito il reddito di inclusione, varato dai governi Renzi e Gentiloni sia sbagliato e non persegua quelle finalità. Come molta gente perbene con e senza Rolex, con o senza hobby costosi e famiglie facoltose. Questo è il punto».

«Che schifo chiamare figlio di papà chi il padre lo ha perso da giovanissimo - ha commentato Luciano Nobili, deputato di Iv - Che schifo bullizzare e coprire di insulti un ragazzo giudicato per l'orologio che porta al polso, ereditato da lui. Ora che avete aggiunto dolore a dolore, almeno vi vergognate un po'?». «Parte dei nostri problemi sono iniziati - ha commentato Luigi Marattin - quando, vedendo un bell'orologio al polso di qualcuno, invece di dire «mi impegno per potermelo permettere anch’io» abbiamo cominciato a odiare colui che lo indossa».

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