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Uscite d'autunno in libreria: ecco gli stranieri più attesi

Didion rievoca l'11 settembre, Deaver rimette in gioco il suo Rhyme, Aramburu parla di disperazione e speranza

Una grandissima Joan Didion. La casa editrice Il Saggiatore ha ripubblicato in una nuova veste grafica "L'anno del pensiero magico" e "Blue nights"

No, non poteva bastare una singola puntata per dar cenno ai nostri lettori delle tante novità in arrivo sugli scaffali delle librerie. C’è stato un tempo in cui poche fasce – a ridosso del Natale e prima dell’estate – erano presidiate dai maggiori editori per il lancio dei titoli forti ma ormai da qualche anno, vista la crescente mole di titoli in uscita – oltre sessantamila novità all’anno – ogni mese è quello buono per provare l’assalto alla classifica. A partire proprio da settembre.

Si comincia con l’omaggio ad una delle più grandi scrittrici americane, Joan Didion. La casa editrice Il Saggiatore ha appena ripubblicato in una nuova veste grafica L’anno del pensiero magico e Blue nights, romanzi di una bellezza tragica. Con Idee fisse – tradotto da Cristina Cecchi – ritroviamo la forza del suo sguardo lucido in vista dell’anniversario dell’11 settembre, sessantaquattro pagine in cui evoca la sua reazione personale al trauma collettivo e analizza la risposta dell’America: la narrazione monolitica che ne è scaturita – ovvero le «idee fisse» della guerra al terrorismo – e che a ben vedere annunciavano una triste precisa agenda politica: imperialismo e interesse economico.

Il 7 settembre tocca a Biglietto blu di Sophie Mackintosh (Einaudi, tr. Norman Gobetti). Ogni anno, all'arrivo del primo ciclo mestruale, ogni ragazza viene chiamata a conoscere il proprio futuro attraverso l'estrazione di un biglietto, bianco o blu. Il primo corrisponde ad una dedizione totale alla famiglia. Quello blu, invece, prevede carriera e sancisce il divieto assoluto di diventare madre. È questo il destino assegnato a Calla ma lei decide di ribellarsi. Mackintosh firma un romanzo distopico femminista che indaga sull’identità sessuale, ribadendo la libertà di poter gestire il proprio corpo. Un tema decisamente attuale, oggi più che mai, dal Texas all’Afghanistan.

Torna anche uno dei capostipiti del crime nordico, Gunnar Gunnarsson, l’8 settembre con L’uccello nero (Iperborea, pp. 252, euro 17, tr. Maria Valeria Davino) e ci porta in un villaggio islandese del XIX secolo, ispirandosi a un fatto realmente accaduto, per una riflessione sul significato di colpa e di giustizia, di pentimento ed espiazione.

Può un libro sulla storia dei libri diventare un caso editoriale? Probabilmente Papyrus (Bompiani, tr. Monica R. Badana) sarebbe stato lodato da Umberto Eco e Mario Vargas Llosa lo ha definito un capolavoro, per la qualità della scrittura e il modo in cui la studiosa Irene Vallejo si muove dal mondo antico sino ad oggi, intrecciando cultura ed evocazioni letterarie, ricordandoci l’importanza dei libri nella nostra vita. "Papyrus" è un testo appassionante adatto non solo ai bibliofili, un inno ai libri in cui è bello perdersi.

Il 14 settembre in anteprima mondiale uscirà in Italia il nuovo libro di Jeffery Deaver, Il visitatore notturno. Torna in azione Lyncoln Rhyme, l’esperto forense paraplegico (al cinema è già approdato, impersonato da Denzel Washington in “Il collezionista di ossa”) che si troverà al centro di una vera e propria competizione di ingegno, contrapposto ad un nuovo nemico, il Fabbro, un uomo che si introduce furtivamente nelle case delle sue vittime mentre stanno dormendo, spostando oggetti e lasciando impunemente segni del suo passaggio, sfidando la privacy e ogni tipo di serrature, diventando sempre più esigente e seminando il panico.

Il 16 settembre finalmente arriva in libreria Anno bisestile di Peter Cameron (edito da Adelphi). Scritto nel 1990 (“Leap Year”) e sino ad oggi inedito in Italia, sarà presentato da Cameron il 19 settembre a Pordenonelegge (h21, in streaming). L’ambientazione è la New York fine anni 80, tra gallerie, palestre, esclusive banche del seme, disastri sentimentali e la ricerca del vero amore. Una commedia brillante, feroce e surreale, il ritorno nella prosa di uno degli autori più amati di casa Adelphi, guardando alle sue origini.

Il 23 settembre ci sposteremo sull’isola di Patmos, in Grecia, per Il gioco della distruzione (Bollati Boringhieri, tr. Manuela Faimali). Christopher Bollen, scrittore americano già accostato alle atmosfere di Patricia Highsmith, da Venezia (“Un crimine bellissimo”) ambienta il suo secondo romanzo sul Mediterraneo in un perverso gioco fra Charlie – ricco, esuberante, gratificato dal successo della sua nuova impresa avviata sull’isola – e Ian, disperatamente in cerca di qualcosa che lo aiuti a tirare avanti. E quando Charles scompare e la trama si infittisce, Bollen confeziona un thriller letterario sulla seduzione del denaro e la vulnerabilità delle amicizie, anche le più consolidate.

Ci spingiamo sino al 18 ottobre per annunciare anche il nuovo romanzo di Fernando Aramburu, I rondoni (Guanda, pp. 720, euro 22). L’autore di “Patria” pone al centro della pagina Toni, un insegnante di liceo in collera col mondo che decide di porre fine alla propria vita. Ma sino ad allora inizierà un racconto ironico e disincantato del mondo, attraverso una raccolta di libri, lasciando che speranza e letteratura si fondano sulla pagina.

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