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Green pass: governo verso stretta sui cortei. Orlando: "Salto di qualità eversivo"

Il presidente del Consiglio ha parlato in queste ore con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e con il sottosegretario delegato Franco Gabrielli

Il governo pensa ad una stretta sui cortei, dopo gli incidenti avvenuti alla manifestazione sul green pass. Il premier Mario Draghi - scrive il Corriere della sera - ha chiesto che d’ora in poi ci siano maggiori verifiche sulla sicurezza prima di dare il via libera ai cortei. Il via libera dovrà avvenire solo dopo una valutazione rigorosa dei rischi e in ogni caso le autorizzazioni alle manifestazioni statiche potranno essere rilasciate soltanto con garanzie reali di rispetto delle regole da parte degli organizzatori. Il presidente del Consiglio - scrive il Corriere - ha parlato in queste ore con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e con il sottosegretario delegato Franco Gabrielli. Secondo La Repubblica «il raid antifascista» puntava su palazzo Chigi, l’obiettivo era violare la sede del governo per replicare l’assalto a Capitol hill avvenuto negli Stati Uniti.

Il Pd: sciogliere Forza Nuova

Intanto il Pd con una mozione punta allo scioglimento di Forza Nuova. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando punta il dito contro «l'avanguardia di matrice più tradizionalmente fascista» e che «probabilmente è totalmente indifferente alle questioni del Green pass, ma che prova, come ha provato nel corso di questi anni con i forconi, con le rivolte contro i campi rom e i campi dei migranti, a cavalcare questa situazione.

Cioè, prova a utilizzare questo movimento per scagliarlo contro le istituzioni democratiche. Si tratta - osserva in un’intervista al Corriere della sera - di un movimento consistente che trascina ed esaspera paure reali, quindi questa strategia rappresenta un salto di qualità nell’ambizione eversiva della destra neofascista».

«Non escludo - aggiunge - che oggi ci siano i presupposti per fare ciò che non si è fatto in passato, cioè, sciogliere quelle formazioni».

In ogni caso per Orlando «quella era una piazza che non si può pensare sia stata riempita solo dai fascisti. Là dentro c'erano persone del movimento contro le chiusure, c'era gente spaventata, c'erano vittime di teorie complottistiche, e probabilmente c'era anche una quota di lavoratori, conquistata da narrazioni negazioniste, che guarda al 15 ottobre come un momento nel quale sarà costretta a fare un passaggio che ritiene pericoloso per sé e per i propri figli. Rispetto a questo fenomeno ci vuole un approccio che sia determinato, ma che deve essere accompagnato anche dalla capacità di correggere alcuni messaggi».

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