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L'Ema valuta l'immissione in commercio di anticorpi monoclonali Ronapreve

Il richiedente è Roche Registration GmbH

L’Ema ha avviato la valutazione di una domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per la combinazione di anticorpi monoclonali Ronapreve (casirivimab/imdevimab). Il richiedente è Roche Registration GmbH.

L'Ema valuterà i benefici e i rischi di Ronapreve in tempi ridotti e potrebbe emettere un parere entro due mesi, a seconda della solidità dei dati presentati e se sono necessarie ulteriori informazioni per supportare la valutazione.

Il farmaco Ronapreve, si legge, «è destinato al trattamento del Covid-19 negli adulti e negli adolescenti dai 12 anni di età che non richiedono ossigeno supplementare e che sono a maggior rischio di progressione alla forma grave» e, più in generale, «per la prevenzione del Covid-19 negli adulti e negli adolescenti dai 12 anni in su».

«L'Ema valuterà i benefici e i rischi di Ronapreve in tempi ridotti e potrebbe emettere un parere entro due mesi», precisa la nota. Intanto Sono state finora 11.056 le prescrizioni di anticorpi monoclonali contro il Covid-19 in Italia. Di queste 508 sono state effettuate dal 1 al 7 ottobre. Lo evidenzia il 27/mo report dell’Agenzia Italiana del farmaco (Aifa) sul monitoraggio di questi farmaci destinati a soggetti a rischio di progressione al Covid-19 severo. Prescritti in base a precisi criteri e monitorati attraverso apposito registro, gli anticorpi monoclonali non hanno ancora ricevuto l’approvazione dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA). In Italia sono stati autorizzati in via temporanea con Decreto del Ministro della salute a febbraio 2021 e resi disponibili a partire da marzo.

Sono 200 le strutture di 21 Regioni o Province autonome che li hanno prescritti e la maggior parte dei pazienti trattati (5.979) ha ricevuto la combinazione di casirivimab-imdevimab, seguita dal mix bamlanivimab e etesevimab (4.254), da bamlanivimab da solo (823, ora non più disponibile in monoterapia). Ancora non disponibile invece l'ultimo autorizzato, sotrovimab. Dall’inizio del monitoraggio, è il Veneto la regione ad aver trattato più pazienti con queste terapie, ovvero 1.793, seguito dal Lazio con 1.525 e Toscana con 1.488. Agli ultimi posti restano Molise e Provincia autonoma di Bolzano, fermi a 16 e 3. Nell’ultima settimana analizzata, il numero più alto di prescrizioni è stato in Veneto (136), seguito da Toscana (67) e Lazio (61).

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