Venerdì 03 Maggio 2024

L'Ema valuta l'immissione in commercio di anticorpi monoclonali Ronapreve

L’Ema ha avviato la valutazione di una domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per la combinazione di anticorpi monoclonali Ronapreve (casirivimab/imdevimab). Il richiedente è Roche Registration GmbH. L'Ema valuterà i benefici e i rischi di Ronapreve in tempi ridotti e potrebbe emettere un parere entro due mesi, a seconda della solidità dei dati presentati e se sono necessarie ulteriori informazioni per supportare la valutazione. Il farmaco Ronapreve, si legge, «è destinato al trattamento del Covid-19 negli adulti e negli adolescenti dai 12 anni di età che non richiedono ossigeno supplementare e che sono a maggior rischio di progressione alla forma grave» e, più in generale, «per la prevenzione del Covid-19 negli adulti e negli adolescenti dai 12 anni in su». «L'Ema valuterà i benefici e i rischi di Ronapreve in tempi ridotti e potrebbe emettere un parere entro due mesi», precisa la nota. Intanto Sono state finora 11.056 le prescrizioni di anticorpi monoclonali contro il Covid-19 in Italia. Di queste 508 sono state effettuate dal 1 al 7 ottobre. Lo evidenzia il 27/mo report dell’Agenzia Italiana del farmaco (Aifa) sul monitoraggio di questi farmaci destinati a soggetti a rischio di progressione al Covid-19 severo. Prescritti in base a precisi criteri e monitorati attraverso apposito registro, gli anticorpi monoclonali non hanno ancora ricevuto l’approvazione dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA). In Italia sono stati autorizzati in via temporanea con Decreto del Ministro della salute a febbraio 2021 e resi disponibili a partire da marzo. Sono 200 le strutture di 21 Regioni o Province autonome che li hanno prescritti e la maggior parte dei pazienti trattati (5.979) ha ricevuto la combinazione di casirivimab-imdevimab, seguita dal mix bamlanivimab e etesevimab (4.254), da bamlanivimab da solo (823, ora non più disponibile in monoterapia). Ancora non disponibile invece l'ultimo autorizzato, sotrovimab. Dall’inizio del monitoraggio, è il Veneto la regione ad aver trattato più pazienti con queste terapie, ovvero 1.793, seguito dal Lazio con 1.525 e Toscana con 1.488. Agli ultimi posti restano Molise e Provincia autonoma di Bolzano, fermi a 16 e 3. Nell’ultima settimana analizzata, il numero più alto di prescrizioni è stato in Veneto (136), seguito da Toscana (67) e Lazio (61).

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