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 Fratelli d’Italia: mozione del centrodestra per sciogliere Forza Nuova e altre formazioni eversive

Forza Nuova

 Fratelli d’Italia è pronta a mettere in campo assieme al centrodestra una mozione per lo scioglimento di tutte le formazioni eversive, non solo Forza Nuova. A spiegarlo all’AGI è Fabio Rampelli, vicepresidente FdI della Camera.
«Noi voteremo a favore della mozione per lo scioglimento di tutte le formazioni sovversive e non solo di Forza Nuova. C'è una mozione del centrodestra alla quale stiamo lavorando, e che sosterremo, che prevede lo scioglimento di tutte le formazioni eversive che usano violenza, comunque siano collocate politicamente», spiega Rampelli contattato telefonicamente dopo il suo intervento a Radio 24 nel corso del quale aveva annunciato che «FdI è favorevole» alla mozione per lo scioglimento di Forza Nuova: «Abbiamo già detto che la voteremo».

 

Il centrodestra, dunque, va avanti sulla linea dell’unità rispetto alla mozione presentata dal Partito Democratico per sciogliere la formazione protagonista del blitz di sabato scorso alla sede nazionale della Cgil.  Ad avviso di Fratelli d’Italia, infatti, è «la magistratura che ha tutti gli strumenti per stabilire se una formazione dovrebbe essere sciolta o no», spiega ancora Rampelli. «Forse dovrebbe intervenire la magistratura. Noi non abbiamo intenzione di difendere Forza Nuova, ma dobbiamo porci il problema se debba essere il Parlamento a decidere se una forza politica vada sciolta. Non è compito del Parlamento ma della magistratura», conclude l’esponente di Fratelli d’Italia.
A richiamare gli alleati all’unità su questo tema era stato Silvio Berlusconi che ieri su Twitter scriveva: «Ho avuto un colloquio telefonico con Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Al centro la condanna per le violenze perpetrate a Roma come a Milano, di ogni colore, a danno del sindacato e delle forze dell’ordine e la necessità di una posizione - unitaria - del centrodestra».

Nel mirino del centrodestra la "linea morbida" della ministra Lamorgese

Lo scontro fra i partiti, anche all’interno della maggioranza, va dunque avanti e nel mirino del centrodestra finisce anche la ministra Luciana Lamorgese, indicata come la responsabile di una linea "morbida" tenuta dal Viminale in occasione della manifestazione dei No Green Pass di sabato, quando parti del corteo si sono staccate per andare ad attaccare il sindacato in Corso d’Italia, a Roma. «Qualcuno non ha fatto il suo mestiere... O il ministro dell’Interno non sapeva che Castellino era pericoloso, e questo sarebbe un problema, o ha lasciato che fosse lì», ha detto Matteo Salvini ieri a Quarta Repubblica, su Rete4: «Quel personaggio non doveva essere nemmeno lì, visto che aveva il Daspo urbano. Noi, invece di parlare dei problemi dell’Italia, siamo qui a parlare del fascismo».

A difendere la ministra sono i due sottosegretari all’Interno, Ivan Scalfarotto, di Italia Viva, e Carlo Sibilia, M5s. «Le nostre forze dell’ordine hanno contrastato l’assalto di sabato e non hanno bisogno di difese d’ufficio, così come il ministro Lamorgese viene attaccato in maniera pretestuosa: vale la pena di ricordare intanto che il ministro non è il questore di Roma e poi che la delega alla pubblica sicurezza, al Viminale, è in capo alla Lega di Salvini», dice Sibilia. Per Scalfarotto «è sbagliato parlare di mobidezza quando si parla di ordine pubblico. L’ordine pubblico è una cosa delicata e sabato non c'è stata morbidezza, le forze dell’ordine quando sono dovute intervenire anche fisicamente lo hanno fatto, ma questa deve essere una extrema ratio». «Bisogna muoversi su un difficile equilibrio. Se una manifestazione si disperde in mille rivoli è più difficile da controllare. Al Viminale nei prossimi giorni avremo delle riunioni in cui valuteremo le misure da prendere», conclude.

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