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Covid, "Evitata la grande ondata grazie al vaccino". Ipotesi Green pass solo per gli immunizzati

Superate in Italia i due milioni di terze dosi somministrate ma serve accelerare con i richiami. In una fase, come sottolinea lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, «di recrudescenza del virus come quella a cui stiamo assistendo a livello europeo». L’Italia in questo momento gode di un qualche vantaggio rispetto ad altri Paesi e prosegue sulla strategia tracciata, con una campagna vaccinale di "successo", vicina al 90% di prime dosi, con il Green pass e le misure di prevenzione e sicurezza come mascherine e distanziamento.

Misure e vaccini: la forza dell'Italia

«Grazie alle misure e adesso ai vaccini - dice il direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza - abbiamo evitato la grande ondata, quella che avrebbe saturato gli ospedali, li avrebbe congestionati, avrebbe fatto molti morti non solo a causa del Covid direttamente», intervenuto al Festival della Scienza medica a Bologna. La variante Delta ha sicuramente complicato le cose in questi mesi di campagna vaccinale con la sua aumentata contagiosità. Da qui la necessità, e lo ribadiscono gli esperti, da Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, al presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, che hanno partecipato al XIX Convegno nazionale di diritto sanitario alla Cattolica a Milano, di continuare a tenere a bada la circolazione del virus. E l'Italia resta bianca. Le intensive e i ricoveri in area medica, anche se il tasso nazionale sale al 4% e al 5,3% sono lontani dalle soglie critiche del 10 e del 15 per cento di occupazione anche se l’incidenza in 13 Regioni è sopra soglia critica di 50 ogni 100mila abitanti con i valori più alti nella PA di Bolzano con 189 e in Friuli Venezia Giulia con 139,6.

Green pass solo ai vaccinati?

Ma ora servono correttivi al sistema del Green pass, secondo il consulente per l’emergenza Covid del ministro della Salute Roberto Speranza, Walter Ricciardi. «Per la stagione invernale che ci costringe più al chiuso e a contatto con gli altri, bisognerebbe rivederne la concessione limitando le libertà legate al Green pass solo ai vaccinati e ai guariti dal Covid», dichiara in un’intervista a Il Messaggero.

Per l’esperto, il tampone è il «punto debole» del sistema, perché «non assicura la protezione e la non trasmissione del virus, se non al 30 per cento». Riguardo alle nuove cure contro il Covid, Ricciardi sottolinea che «l'unico strumento di prevenzione» rimane il vaccino. «Non è pensabile sostituire al vaccino che previene con il farmaco, che cura quando si è già contagiati». Intervistato da La Repubblica, Ricciardi dichiara che alla terza dose per tutti i cittadini «ci arriveremo». Senza di essa e senza l’ampliamento del numero di vaccinati con la prima dose, aggiunge, «avremo una risalita forte, più di quella che vediamo ora» di contagi che «avverrà presumibilmente tra gennaio e febbraio». Duro verso il Regno Unito. Sulla lotta al Covid «hanno sbagliato tutto dall’inizio», attacca Ricciardi. «Hanno fatto nascere la variante inglese, poi hanno fatto entrare in Europa la Delta», e ora «agevolano la formazione di nuove varianti».

Svolta in Gran Bretagna

Oltremanica, la Gran Bretagna vede la svolta: accorcia il periodo del richiamo, da 6 a 5 mesi, per gli over 50, per renderla più spedita e mitigare la progressiva riduzione dell’immunità, e guarda con entusiasmo all’arrivo dell’antivirale in pillola della Merck. Per la terza dose gli anglosassoni si avviano ai 10 milioni di somministrazioni e registrano una accelerazione della discesa graduale di contagi (30.000 casi, 3.500 meno di ieri, su 900mila tamponi), altri 400.000 vaccini all’attivo, e un calo dei morti (a 155 contro i 193 di ieri e i 214 del giorno prima). Il numero uno della sanità inglese Stephen Powis dice: «Abbiamo retto all’urto». Un quadro in cui, anche in Italia si guarda all’antivirale e si attende l’ok da Ema e da Aifa della vaccinazione per la fascia 5-11 anni. Per i vaccini, la loro efficacia «resta elevata» contro decessi e ricoveri, mentre la Delta ne ha diminuito la protezione dall’infezione. Secondo l’Istituto superiore di sanità, efficaci al 91% nel prevenire l'ospedalizzazione, al 95% per il ricovero in terapia intensiva, e al 91% per i decessi, con variante delta prevalente, mentre l'efficacia di prevenzione dall’infezione è al 75% con la variante Delta rispetto all’89% durante la fase epidemica con variante alfa prevalente. È sempre nei non vaccinati la maggiore incidenza dei casi. Specchio della situazione sono i dati quotidiani con 6.764 i positivi ai test Covid individuati nelle ultime 24 ore, (stesso dato di ieri) con un calo dei decessi, 31 in 24 ore contro i 51 registrati nel bollettino di ieri. In lieve calo i ricoveri gravi, con 392 i pazienti in terapia intensiva, tre in meno rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 23 (ieri 37). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 3.173, ovvero 49 in più rispetto a ieri. Gli attualmente positivi al Covid in Italia sono 93.693, 3.337 in più nelle ultime 24 ore. Il tasso di positività è all’1,37%, in leggero aumento rispetto all’1,2% di ieri, mentre sono 491.962 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia contro i 543.414 di ieri.

L’obiettivo dell’Italia, ha quindi sottolineato Rezza, è quello, attraverso il Green pass, di tenere aperte tutte le attività, in cui ci può essere maggiore affollamento, dai ristoranti, ai caffè, dalle palestre agli hotel, «diminuendo il rischio che avvengano e si manifestino focolai all’interno di queste strutture».

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