Scuola, si cambia. Il rientro in classe, previsto ormai in quasi tutte le regioni il 10 gennaio, sarà scandito da nuove regole per Dad e quarantene, con il ritorno della distinzione tra vaccinati e non vaccinati alle medie e superiori, ma non alle elementari. Una misura considerata «discriminatoria» da presidi e sindacati, preoccupati dal «caos» che potrebbe crearsi al rientro.
Il decreto varato da Palazzo Chigi prevede inoltre il test rapido gratuito per gli studenti in autosorveglianza fino al 28 febbraio, con uno stanziamento di 92 milioni di euro. «Il sistema sanitario, sia delle Asl che delle farmacie, è in congestione - l’amara riflessione del presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli -. Mi chiedo come si farà a fare in tempo i tamponi necessari per verificare un possibile contagio nelle scuole».
Le nuove norme varate dal Governo sono anche il risultato di un compromesso tra la proposta delle Regioni e quella del Governo, che si sono visti oggi in un acceso confronto prima del Consiglio dei ministri. La linea è stata quella di reintrodurre la distinzione tra vaccinati solo per i ragazzi più grandi, quelli oltre i 12 anni, mentre per i più piccoli - entrati solo da poco nel pieno della campagna vaccinale - prevedere la didattica a distanza per tutti in caso di contagio. E così: alle elementari nel caso di un positivo si resta in presenza con un un test antigenico o molecolare da eseguire subito e un altro dopo cinque giorni (i cosiddetti T0 e T5). Con almeno due casi, tutti gli studenti finiranno indistintamente in Dad per dieci giorni.
Nuove regole alle Medie e alle Superiori
Nella scuola media e nella scuola superiore tutti in Dad per 10 giorni se ci sono tre positivi nella stessa classe (non quattro, come scritto in bozza). Con un positivo è invece prevista l’auto-sorveglianza per tutta la classe e l’uso delle mascherine FFP2 per la didattica in presenza. Con due positivi scatta una distinzione: per chi ha fatto 2 dosi di vaccino o è guarito da più di 120 giorni e non ha avuto la dose di richiamo si applica la Dad per 10 giorni, mentre gli altri proseguono in classe in auto-sorveglianza.
Quello che preoccupa, però, il mondo della scuola è il «rischio caos» cui si va incontro da lunedì in poi. «Tutti i contagiati di questi giorni - sottolinea Maddalena Gissi, segretaria della Cisl Scuola - si riverseranno nelle scuole. Le lezioni finiranno per essere uno spezzatino, con l’aggravante della discriminazione dei ragazzi». «Ora - conclude - sarebbe il momento di fermarsi per evitare il caos e programmare una seria campagna vaccinale per i più piccoli, cosa che non è stata ancora fatta». «Certo che riaprire in presenza è un rischio - le parole del presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini - ma è anche vero che un Paese in cui tieni aperte tutte le attività e decidi di chiudere solo le scuole...». Puntini di sospensione che lasciano col fiato sospeso chi da lunedì tornerà negli istituti, studenti e professori, alle prese con numeri, Dad e quarantene. «C'è stata una discussione articolata e serena, che si è conclusa all’unanimità: la scelta di fondo è che si torna ad una scuola in presenza e in sicurezza», ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi al termine del Consiglio dei ministri.
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