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Morsa dal ragno violino: Cristina Calzoni muore dopo due mesi a Gabicce Mare

Cristina Calzoni

Nel settembre scorso era stata morsa alla schiena dal "ragno violino", ma apparentemente tutto si era risolto con un po' rossore e prurito. L’altra sera però, come racconta il Resto del Carlino, la 46enne Cristina Calzoni di Gabicce Mare (nella provincia di Pesaro e Urbino), ha avuto un malore e  ed è morta sotto gli occhi del compagnoGilberto Del Chierico. L'uomo ha provato a praticarle un disperato  massaggio cardiaco, ma è stato inutile. I sanitari del 118, hanno trovato la donna senza vita accanto a qualche flacone di medicinale, per lo più antidolorifici.

Sulla causa della morte non ci sarebbero: il decesso è sopraggiunto per cause naturali ma dovrà  essere verificato se ci sia stato un un sovradosaggio di farmaci che vengono prescritti dietro puntuale ricetta medica perché potenzialmente pericolosi.

Il morso del "ragno violino" non sempre è letale

Il ragno violino (Loxosceles rufescens) è un ragno appartenente alla famiglia dei Sicaridi. "Si tratta di un ragno piuttosto piccolo - come si legge su Wikipedia -  che non supera i 9 mm di corpo e che può raggiungere al massimo i 4–5 cm con le zampe[4]; le femmine hanno il corpo leggermente più grande dei maschi, i quali hanno, per contro, le zampe un po' più lunghe. È di aspetto poco appariscente, di colore marrone-giallastro piuttosto uniforme, fatta eccezione per una macchia sul prosoma che ricorda vagamente la sagoma di un violino, col "manico" che si estende verso l'addome, da cui deriva il suo nome comune.

Il morso è indolore nell'immediato e i sintomi compaiono anche diverse ore dopo; in due terzi dei casi il ragno infligge un morso a secco o comunque inietta una bassa quantità di veleno a scopo difensivo, causando solo moderato indolenzimento e arrossamento locale, che passa da solo in poco tempo senza ulteriori complicazioni. Invece in circa un caso su tre il ragno inietta la sua citotossina che, specialmente in soggetti deboli o debilitati, può causare loxoscelismo, ossia la formazione prima di un edema, e poi di un'ulcera necrotica più o meno estesa che può perdurare anche alcuni mesi prima di guarire e che va trattata ricorrendo alla chirurgia plastica per rimpiazzare il tessuto morto con tessuto sano, anche per evitare ulteriori infezioni[2][4][5]; la gravità della situazione dipende comunque dalla localizzazione del morso e dall'estensione della gangrena, oltre che dai relativi rischi indiretti di infezione, che possono andare a sommarsi ad eventuali altre patologie da cui è affetto il soggetto morso".

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