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Bonus psicologico escluso dalla legge di Bilancio, proteste e petizioni

Due grandi punti interrogativi: perché il Bonus Salute Mentale non è rientrato nella Legge di Bilancio 2022? Perché è tanto difficile investire 50 milioni di euro per sostenere le persone che non si possono permettere cure e assistenza sanitaria e psicologica? Adesso, grazie a una petizione, sono oltre 200 mila le firme raccolte per chiedere al governo di rimediare.

«Il bonus salute mentale - o come viene chiamato sui social «bonus psicologo» - è uno di quei provvedimenti che più che spiegati, discussi, annunciati, andrebbero fatti. Tanta è l’urgenza, anzi l’emergenza psicologica - l’altra faccia della crisi pandemica - che lo rende essenziale, prioritario». Lo scrivono la senatrice Dem Caterina Biti e il deputato Pd Filippo Sensi su Formiche.net. «Si dice: eh, ma il bonus è temporaneo ed estemporaneo. In realtà la nostra proposta è sempre stata strutturale, con stanziamenti previsti a partire dal 2022, per dare continuità a un nuovo modo di intendere le politiche per la salute e quelle per la salute mentale, nello specifico. Se si vuole discutere di una proposta lo si faccia, si apra il dibattito, con consapevolezza e senza retropensieri», aggiungono i parlamentari Dem. «Si dice: eh, ma i soldi non ci sono. Non è vero: i soldi c'erano, eccome. Ma non è il momento di fare polemiche o di rimbalzarsi le responsabilità. Stiamo alla apertura venuta dal ministro Speranza alla Camera su nostro sollecito. Ripartiamo da lì». «Non bisogna perdere più tempo a parlarne, ma farlo, renderlo strutturale, offrirlo come strumento capace di integrarsi nel progetto di ridisegno del nostro servizio sanitario. Lo stanno facendo amministrazioni locali, come a Rimini; municipali come a Milano. Lo sta facendo la Campania, ora il Lazio. Perché non possiamo farlo per tutti, dovunque? Ci abbiamo provato al Senato - dove tutti i gruppi parlamentari, da destra a sinistra, tutti, avevano firmato un emendamento che lo chiedeva il bonus - ci proviamo adesso alla Camera, cercando la massima condivisione e l'individuazione di uno slot utile in un provvedimento il prima possibile. Basta dirlo, però. Facciamolo. Oggi, adesso, ora», concludono.

La petizione

A lanciare la petizione è stato il giornalista Francesco Maesano. In pochi giorni si sono superate le 200mila firme. La richiesta è la seguente: “Chiediamo al governo di prendere davvero in considerazione questa proposta e di inserirla nel primo provvedimento utile per andare incontro a un’esigenza immediata e pressante. Oltre a realizzare un investimento vero e sensato sul capitale umano e sul benessere personale e in comunità delle persone. La proposta prevede due bonus: uno iniziale da 150 euro una tantum slegato dal’Isee. E uno più consistente e progressivo: 1.600 euro annui per Isee da 0 a 1.5000, 800 euro annui per Isee da 15.000 a 50.000 e 400 euro annui per Isee da 50.000 a 90.000".

 

 

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