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L'hotel che accoglie i profughi alla frontiera rumena offre pasti, letto e sorrisi

Ronald Agius accarezza la testa di ogni bambino ucraino che passa nel suo albergo

Ronald Agius accarezza la testa di ogni bambino ucraino che passa nel suo albergo. E’ stato il primo a spalancare le porte ai profughi in Romania nell’albergo 'The Frontier', a pochi metri dal confine. «Di solito ospitiamo dignitari di vari Paesi, matrimoni, conferenze ma ora purtroppo è tutto cambiato - racconta all’AGI l’imprenditore di origini maltesi che amministra la struttura da 4 anni-. All’inizio arrivavano anche 150 persone al giorno scappate dalla guerra. Stanchi, devastati, in lacrime, spesso di notte. Anche quando siamo strapieni, li prendo lo stesso, una soluzione per sistemarli la troviamo. A un certo punto però quando il Governo ha allestito i campi per accogliere gli uomini, ho deciso di far alloggiare solo donne e bimbi».

«Mi tocca ogni storia, ogni persona - prosegue -. Se sono piccoli penso ai miei nipoti, se sono già grandi ai miei figli. Non voglio accettare che abbiano perso la casa, la vita di prima. Da quando hanno iniziato a venire di notte sono sempre sveglio, pronto a fargli un caffè caldo quando arrivano. Speriamo che si apra presto il cervello di chi è responsabile di questa guerra». Le persone, spiega, «stavano anche diversi giorni, ora anche solo una notte o poche ore perchè contattano amici e parenti di altri Paesi che vengono qui a portarli via». Lui offre tutto: pasti, letto, sorrisi. «Quando se ne vanno mi abbracciano. L’Ucraina è un Paese bellissimo che ora è distrutto. Non siamo più negli anni '40, i ragazzi, a cominciare da quelli russi, non hanno voglia di andare a combattere. Nessuno vuole questa guerra». Sul biglietto da visita c'è scritto: 'The frontier hotel- Where east meats west’. Un incontro così Ronald Agius non lo avrebbe mai immaginato.

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