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Covid, impennata di casi in Italia. Oms: misure tolte troppo presto

Salgono i ricoveri nei reparti. Speranza, pandemia non è finita

I casi di Covid-19 sono tornati verso quota 100.000: un numero che non si registrava dallo scorso 8 febbraio, quando i contagi erano stati 101.864 in un giorno. Nell’arco di 24 ore l’incremento è stato repentino e i casi registrati dal ministero della Salute sono aumentati a 96.365 dai 32.573 di lunedì 21 marzo. Anche i decessi sono saliti a 197 e sono aumentati i ricoveri nei reparti ordinari: 241 in più in un giorno.

Oms: revocate troppo «brutalmente» le misure anti Covid

La pandemia continua a viaggiare su valori elevati ed è ancora presente, in Italia come in molti altri Paesi europei, tanto che il direttore regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Hans Kluge, ha detto che Italia, Germania, Francia e Regno Unito hanno revocato troppo «brutalmente» le misure anti Covid e si trovano adesso di fronte ad un forte aumento dei casi legati alla sotto-variante Omicron BA.2. «La pandemia non è finita, ma oggi abbiamo strumenti per gestirla in maniera diversa», ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza. «Non dobbiamo abbassare la guardia, dobbiamo continuare ad avere - ha aggiunto - un’attenzione in particolare all’utilizzo delle mascherine al chiuso e poi continuare a fare le terze dosi». Importante anche fare la quarta dose, ora per gli immunodepressi, vedremo se anche a fasce d’età più avanzate».

Costa: l'Italia non è fuori dalla pandemia

Anche per il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, «con la fine dello stato di emergenza, il nostro Paese non è fuori dalla pandemia», ma «in una fase di gestione diversa». I dati del ministero della Salute descrivono un quadro che richiede attenzione. L’aumento dei casi rilevato nelle ultime 24 ore si deve a un notevole aumento dei test: da 218.216 a 641.896, fra molecolari e antigenici rapidi; il tasso di positività è quindi aumentato dal 14,9% al 15,01%. In un giorno il numero dei decessi è salito da 119 a 197. Per quanto riguarda i ricoveri, nelle terapie intensive sono complessivamente 455, ossia 8 in meno in un giorno nel saldo tra entrate e uscite, e gli ingressi giornalieri sono stati 47; nei reparti ordinari i ricoveri sono in totale 8.969, ossia 241 in più in 24 ore.

Agenas: il 21 marzo nei reparti ordinari ricoveri aumentata in 14 regioni

Sempre sui ricoveri, l’analisi dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) relativa al 21 marzo calcola che nei reparti ordinari sono aumentata in un giorno in 14 regioni, raggiungendo valori superiori al 20% in Calabria (al 34%), Umbria (30%), Basilicata (28%), Sicilia (24%), Sardegna e Marche (21%), mentre risulta stabile quelle delle terapie intensive. Per quanto riguarda l’incremento giornaliero dei casi nelle regioni, il ministero della Salute indica che il maggiore è avvenuto in Puglia, con 12.007, seguita da Lombardia (11.378), Lazio (11.172) e Campania (10.788). «E' presto per dire se sia in corso un leggero colpo di coda o se si tratti di nuova ondata: per capirlo dovremo aspettare le prossime settimane», ha osservato il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook "Coronavirus - Dati e analisi scientifiche". Quello che si sta osservando è che, dopo essere passata rapidamente da un incremento del 10% al 40%, la crescita dell’epidemia di Covid-19 in Italia è ancora in corso, ma negli ultimi giorni ha mostrato segni di un rallentamento. Secondo Sestili «attualmente non ci sono elementi di forte preoccupazione», ma «sarebbe strano abbandonare tutto, a partire dalla mascherina nei luoghi chiusi: sappiamo da letteratura scientifica quanto indossare la mascherina riduca la possibilità di contagio».

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