
Chiedeva agli alunni "di scrivere negli anelli dell'Inferno di Dante i nomi dei compagni che volevano vedere morti, sulla lavagna tracciava simboli massonici, chiedeva agli allievi di ripetere frasi di continuo, senza interruzione, mentre erano in classe". Così la presidente del Consiglio d'istituto della scuola Carlo Levi di Roma, Tiziana Cagnazzo, descrive al "Messaggero" l'assurda vicenda che ha coinvolto i ragazzi di alcune classi, che hanno dovuto affrontare i metodi educativi di una docente molto... originale.
«Ci siamo tranquillizzati in merito alla vicenda poiché l'Ufficio scolastico regionale ci ha confermato, dopo le ispezioni, di aver sospeso la docente per sei mesi», ha detto all’ANSA Paola Ilari, vice presidente e assessore alle politiche educative del Municipio III, in merito al caso dell’Istituto Carlo Levi. «Sin dall’inizio del nostro insediamento ci sono state segnalazioni in merito alla vicenda e abbiamo» riportato "tutto all’Usr» che ha avviato una ispezione al termine della quale la docente ha avuto un procedimento disciplinare e in seguito è stata sospesa.
«Apprendiamo dagli organi di stampa - afferma il ministro per le Disabilità, Erika Stefani - che i rappresentanti dell’Istituto comprensivo Carlo Levi di Roma denunciano una vicenda di aggressioni ai danni di un alunno con disabilità da parte di un’insegnante, sulla quale auspichiamo sia fatta chiarezza il prima possibile. Ci uniamo alla preoccupazione di studenti e famiglie. Se le accuse dovessero rivelarsi vere sarà sicuramente fatta giustizia. Ricordiamo che la scuola è il primo luogo nel quale gli alunni passano la propria vita e dovrebbe essere sempre un posto di inclusione».
Anche l’assessora alla Scuola, Lavoro, Formazione di Roma Capitale, Claudia Pratelli si è detta «vicina e attenta alle preoccupazioni espresse dalle famiglie degli studenti e delle studentesse dell’Istituto comprensivo Carlo Levi di Roma. Le scuole devono essere il luogo in cui costruiamo l’inclusione, educhiamo alla cooperazione, al dialogo e al rispetto reciproco, uno spazio in cui tutte e tutti i bambini hanno il diritto di esprimere a pieno la propria personalità, sviluppare le proprie aspirazioni e competenze. E spetta al corpo docente promuovere e assicuri le condizioni perché ciò avvenga. Com'è noto all’interno delle scuole statali non vi è diretta competenza dell’assessorato alla scuola, né comunale e né municipale, ma è ovviamente interesse di tutti i livelli istituzionali che nella nostra città non siano tollerate situazioni di questo tipo», ha concluso.
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