
Il sabato la festa, la domenica le polemiche: dopo la sfilata arcobaleno tra le vie del centro, il giorno dopo il primo Cremona Pride è già tempo di critiche e di accuse nel capoluogo lombardo. Nel mirino, in particolare, la scelta di esibire durante il corteo un manichino a grandezza naturale, travestito da Madonna, con il seno scoperto. Una rappresentazione giudicata blasfema e subito contestata sui social, con il sindaco Gianluca Galimberti che è finito al centro delle critiche per il patrocinio concesso dal Comune all’evento.
La replica del sindaco Galimberti
«Sfilare con una statua della Madonna blasfema è per me inqualificabile e irrispettoso non solo verso chi crede e verso la storia della città, ma anche verso chi ha partecipato al corteo manifestando le proprie idee con rispetto». Così il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti ha commentato la bambola travestita che ha sfilato al Cremona Pride, a cui il Comune ha dato il patrocinio. «A quei pochi - ha aggiunto Galimberti, cattolico di sinistra - dico che esprimere le proprie posizioni deve passare dal considerare e rispettare quelle degli altri. Sempre. E dico che di quel gesto non c'era bisogno non solo perché è offensivo, ma perché alla fine fa più notizia l’errore, volgare e sciocco, di dieci incivili, che i colori e l’entusiasmo di migliaia di persone».
A chi lo ha accusato di incoerenza, Galimberti ha risposto che «essere coerente per me passa dalla condanna ferma di quel gesto. Senza se e senza ma. Passa dal considerare che si è trattato di un gesto isolato, che non può e non deve inficiare la bellezza e l’importanza di quel corteo, ed è quello che il Comune ha patrocinato. Essere coerente significa anche cogliere gli spunti arrivati dalla piazza di sabato, e dall’indignazione legittima del giorno dopo, per rilanciare il confronto civile e costruttivo sui temi posti dal pride, sul modo che si ha ancora, anche a Cremona, di guardare la diversità sessuale giudicando e condannando prima che cercando di capire e incontrare l’umanità dell’altro». «La libertà individuale non può tradursi in un egoismo individualista di pretesa - ha precisato Galimberti - Allo stesso tempo, ogni diversità negata è una negazione di tutte le diversità e opporsi a discriminazioni e violenze significa opporsi a tutte le discriminazioni e violenze contro tutti. In altre parti del mondo, dove proprio le persone che colorano i pride vengono discriminate o addirittura eliminate, e anche qui, dove spesso ancora prevale una cultura omofoba e macista. Per questo mi piacerebbe che su questi temi anche in città si aprisse un dibattito serio, rispettoso e costruttivo».
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