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Covid, le nuove misure: mascherine a lavoro e smart working per i fragili

La discussione si incentra sul tema delle mascherine al chiuso e sul lavoro agile come strumento di prevenzione dei contagi

Il Tavolo con le parti sociali sull'aggiornamento del Protocollo anti-Covid per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro è stato aggiornato alle 17 di oggi per dare il tempo alle parti sociali di far pervenire le loro eventuali proposte di modifiche e per valutare le soluzioni di maggiore equilibrio che tengano fermi alcuni principi prevenzionali nel mutato contesto epidemiologico.

La discussione si incentra sul tema delle mascherine al chiuso ritenute un presidio importante per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Si è inoltre discusso di lavoro agile come strumento di prevenzione dei contagi e sul punto le parti sollecitano di rendere strutturale la semplificazione.

Si tratta come è noto di una proposta che il Ministero del Lavoro ha fatto propria e che sostiene sia nel dibattito parlamentare che nel Governo. Altro tema centrale è quello della protezione dei lavoratori fragili. Le parti sociali e i Ministeri concordano, infatti, sulla necessità di prorogare la disciplina a protezione dei lavoratori fragili fino al 31 dicembre.

Nel lavoro privato dovrebbe restare l'uso della mascherine. Questo prevede la bozza di aggiornamento delle misure di contrasto al virus sul lavoro. Nel testo anticipato da La Stampa e che l’ANSA ha potuto visionare, è previsto l’uso delle mascherine FFP2. Nella bozza si indica anche il controllo della temperatura all’ingresso che non deve essere superiore ai 37 gradi e mezzo. Previsto anche un incentivo per lo smart working, ritenuto «uno strumento utile per contrastare la diffusione del contagio, soprattutto con riferimento ai lavoratori fragili, maggiormente esposti».

Le mascherine filtranti Ffp2, si legge nella bozza «rimangono un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio, soprattutto nei contesti di lavoro in ambienti chiusi e condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro per le specificità delle attività lavorative. A tal fine, il datore di lavoro assicura la disponibilità di Ffp2 al fine di consentirne ai lavoratori l’utilizzo nei contesti a maggior rischio». Sarà ancora compito del datore - sulla base delle specifiche mansioni e dei contesti lavorativi - individuare «particolari gruppi di lavoratori ai quali fornire adeguati dispositivi di protezione individuali (Ffp2), avendo particolare riguardo ai soggetti fragili sulla base di valutazioni del medico competente».

Oltre all’obbligo di controllo della temperatura all’ingresso, che non dovrà superare i 37 gradi e mezzo, il lavoratore con la febbre dovrà comunicarlo subito al datore di lavoro e queste regole varranno anche per i lavoratori esterni come quelli che in appalto (fornitori, addetti alla pulizia o alla vigilanza). Prevista inoltre la sanificare periodica dei locali e delle postazioni di lavoro e il lavoratore sarà «obbligato ad adottare tutte le precauzioni igieniche, in particolare per le mani». Infine la bozza indica la necessità di ingresso e uscite scaglionate se possibile e la ventilazione continua dei locali.

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