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Fiaso: in Italia 40.000 medici e infermieri in meno dal 2010

A partire dal 2010 il personale sanitario ha subito un calo del 5,6%, ovvero mancano all’appello 5mila medici, quasi 11mila infermieri e più di 23mila altri operatori sanitari, per un totale di 40mila unità.

A partire dal 2010 il personale sanitario ha subito un calo del 5,6%, ovvero mancano all’appello 5mila medici, quasi 11mila infermieri e più di 23mila altri operatori sanitari, per un totale di 40mila unità. Una riduzione che ha condotto alla situazione di debolezza evidenziata dalla pandemia di Covid-19. Nel corso dell’emergenza sono però stati reclutati precari che ora, grazie alla legge sulle stabilizzazioni, possono essere assunti.

«Già 10 regioni su 20 - spiega il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore - hanno stipulato accordi per procedere con i contratti a tempo indeterminato». I dati sono stati illustrati oggi al convegno «Da 30 anni al servizio dei cittadini: il direttore generale nelle aziende sanitarie pubbliche», organizzato al Ministero della Salute dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere. Si tratta di una conseguenza dei provvedimenti previsti dalla legge di bilancio 2010, che ha introdotto un tetto alla spesa per il personale pubblico ed è andato di pari passo al blocco del turn over e ai Piani di rientro in molte regioni del Centro-Sud Italia.

"Da dieci anni - continua Migliore - a fronte di nuovi bisogni sanitari e con l’invecchiamento della popolazione, non è cresciuto l’investimento per il personale: mancano 40mila professionisti». Secondo il presidente Fiaso, inoltre, «per colmare il divario decennale, occorre abbandonare la logica dei tetti di spesa e incrementare il finanziamento destinato alle assunzioni di nuovi professionisti». Insieme, conclude, «abbiamo superato due anni violenti, siamo stati esposti a stravolgimenti. Ora abbiamo bisogno che la straordinarietà diventi ordinarietà».

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