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Febbre del Nilo, un morto nel Bresciano: il virus West Nile diffuso dalle zanzare

Per il virus West Nile non esiste un vaccino e che "nei casi più gravi, circa 1 su mille può causare un’encefalite letale".

Un bresciano è deceduto per la Febbre del Nilo, la malattia provocata dal virus West Nile diffuso dalla puntura della zanzara. La vittima è residente a Cigole, nella Bassa bresciana. Era uno dei due pazienti più gravi dei quattro casi Bresciani ed era ricoverato in ospedale.

Per il virus West Nile non esiste un vaccino e che "nei casi più gravi, circa 1 su mille può causare un’encefalite letale".

La febbre West Nile è provocata da un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta in Uganda, nel distretto West Nile e diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. I serbatoi sono gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. «La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona e ha un periodo di incubazione dal momento della puntura in genere fra 2 e 14 giorni», ricorda l’Iss. «La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei».

I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette, in genere in anziani e nelle persone debilitate, e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, convulsioni, fino alla paralisi e al coma.

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