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Le denunce delle ex azzurre scuotono il mondo della ginnastica ritmica

Andrea Abodi si è insediato da pochi giorni nei suoi nuovi uffici a due passi dal Quirinale, ma non ci è voluto molto affinché deflagrasse il primo caso dal momento della sua nomina a Ministro dello Sport e dei Giovani. A scuotere il mondo della della ritmica ci hanno pensato le denunce di alcune ex ginnaste come Corradini, Basta e Galtarossa, che hanno denunciato abusi e violenze verbali da parte dello staff della nazionale durante il loro periodo di attività. «Il nostro sport è anche disciplina, e ha molte sfaccettature», l’intervento di Marta Pagnini, capitana delle Farfalle a Rio 2016, con una lettera aperta all’ANSA. In questo contesto, Abodi ha voluto incontrare insieme il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e quello della Federginnastica, Gherardo Tecchi, con il caso già finito sul tavolo del sostituto procuratore di Brescia Alessio Bernardi dopo l’esposto presentato dalle atlete, in cui però non compaiono nomi di allenatori o dirigenti. L’obiettivo è fare chiarezza quanto prima, ma attenzione a confondere la dimensione del fenomeno sportivo con un movimento, quello italiano, in costante crescita con quanto denunciato dalle ex atlete perché a tal proposito il neo ministro è stato chiaro. «Le medaglie sono un fattore di orgoglio nazionale, ma non potranno mai coprire gli errori. Siamo praticanti di valori, non predicatori» dice dopo l’incontro con Malagò e Tecchi, aggiungendo come sia il tribunale ordinario di Brescia che quello federale «siano stati prontamente sollecitati».

Insomma, tutto quello che emerge "verrà poi valutato perché il confine tra rigore verso una disciplina e sconfinamento è una linea sottile». E’ esattamente il senso della lettera aperta con la quale Marta Pagnini, farfalla plurimedagliata e capitana delle azzurre a Rio 2016, interviene sul caso. «Praticare sport a livello agonistico é una scelta di vita che spesso avviene in giovane età, giovanissima oserei dire quando si parla di ginnastica ritmica. Il nostro sport é ricco di sfaccettature, é affascinante tanto quanto complesso, gli allenamenti sono fatti di infinite ripetizioni alla ricerca del gesto perfetto e, allo stesso tempo, si lavora sulle emozioni sviluppando la componente espressiva e quella artistica. Uno degli aspetti fondamentali della ritmica - spiega - è la grande disciplina che viene presto appresa dalle atlete, fin dai primi giorni in palestra e senza distinzione di livello: dalla pettinatura alla postura, dalla cura del proprio corpo al rispetto per le compagne e per gli insegnanti. Nel mio percorso ho dovuto far fronte a tanti ostacoli, alcuni «fisiologici», classici del percorso di una ginnasta, altri assolutamente evitabili e che hanno lasciato piccole o grandi ferite nel mio cuore di bambina, adolescente e poi donna».

Di disturbi alimentari, però, Marta non ha mai sofferto, «ma so che è un fenomeno diffuso e alle ragazze che hanno denunciato esprimo la mia solidarietà». Una realtà definita «triste, ma non la sola», con la certezza che «la Federginnastica stia indagando seriamente sull'accaduto, affinché vengano messi in atto i giusti provvedimenti». Già da tempo la Federginnastica ha messo in piedi il Safeguarding Officer, strumento volto proprio al contrato di questi fenomeni e che domani ascolterà Corradini e Basta per acquisire maggior consapevolezza circa le denunce (verrà poi programmata anche l’audizione di Galtarossa), mentre per mercoledì prossimo è fissato un primo appuntamento con la procura federale. L’intento della federazione, dunque, è quello di sistemare tutto perché come ribadito da Tecchi: «Alle ragazze noi crediamo e vogliamo che il nostro sistema sia il più lindo e trasparente possibile». A spezzare una lancia in favore della Fgi è poi Malagò che al primo posto mette la salvaguardia delle atlete, ma ricordando anche come il «movimento della ginnastica sia sano, serio e rispettoso delle regole».

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