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La Ferro e la relazione col boss Sparacio: "Avevo 20 anni, il mio impegno antimafia è nato lì"

Il giuramento è di questa mattina. Con tanto di dichiarazioni seguenti. «Voglio innanzitutto ringraziare Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia per la mia nomina a sottosegretario all’Interno. Sono onorata di poter servire la Nazione, in modo particolare dal Viminale, dove potrò dare il mio contributo al ministro Piantedosi in un settore così centrale come quello dell’ordine e della sicurezza pubblica». Musica e parole del neo sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro, di Fratelli d’Italia. "E sono particolarmente felice, inoltre - aggiunge - che questa nomina sia arrivata proprio oggi, nel giorno in cui è stata risolta brillantemente e senza problemi la questione dello sgombero del rave party a Modena. Già dai primi giorni di attività del ministero si è potuta percepire chiaramente una svolta nella gestione della sicurezza sotto tutti gli aspetti, dall’ordine pubblico all’immigrazione. Una giornata importante, nella quale con il Ministero della Giustizia abbiamo anche messo in sicurezza l’ergastolo ostativo per i reati di mafia, con un intervento che noi chiedevamo da tempo».

E sempre oggi in un'intervista a "Il Fatto Quotidiano" la Ferro racconta del suo errore in gioventù. Classe 1968. Deputato in Commissione Antimafia dal 2018, stimata da pm importanti per la sua attenzione alla legalità più di 30 anni fa ha avuto una relazione con Luigi Sparacio, detto Gino, boss della mafia messinese con alle spalle decine di omicidi. Lei però - è bene precisarlo - era inconsapevole del suo passato e presente criminale. In un’aula di Tribunale a Catania il 2 luglio 2004 da testimone la Ferro raccontò così l’inizio della relazione: “In occasione del mio compleanno si fece una cena tra studenti, (…) siamo andati in una discoteca presso il Tout Va di Taormina e ho conosciuto Sparacio, eravamo al bar lui mi ha detto che come lavoro faceva il pacchista, cioè più o meno un rappresentante, (…) viveva a Milano, veniva qua perché… aveva la mamma”. Sparacio girava in Ferrari modello Modena. “Anche se con me usciva con una Golf”, precisa Ferro. Non le aveva raccontato niente. Nemmeno di essere sposato e lei, ventenne di buona famiglia, lo aveva presentato ai genitori, a Catanzaro. Apprese chi era dai giornali e non lo vide più. Lo ha frequentato dal 23esimo compleanno, il 24 marzo 1991 al 22 novembre del 1992. Fu arrestato il 15 gennaio del 1994 e immediatamente cominciò a collaborare.

E la Ferro a "Il Fatto Quotidiano" ha risposto con franchezza: "Un incidente di percorso a venti anni non può macchiare una carriera impeccabile e una nomina. Ero solo una ragazza, eppure a ogni nomina mi fate le stesse domande. Ho lavorato benissimo con il presidente Morra e con la M5S Piera Aiello in Commissione Antimafia. Sanno come ho lavorato, senza clamore. Spero che la commissione porti a termine il nostro lavoro e avrà sempre il mio supporto. Questa è la battaglia della mia vita. La storia con Sparacio? Quella lezione di vita mi ha temprato e mi ha dato più forza e orgoglio. Anche da amministratore guardo sempre nello specchietto retrovisore. Ho sempre amministrato pensando che dovevo capire chi avevo davvero di fronte".

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