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Una fecondata, l'altra partorisce ma solo una è madre. Decide il tribunale

E’ approdata davanti al tribunale di Arezzo, presieduto dalla giudice Lucia Faltoni, la storia di una coppia "arcobaleno", Luisa e Federica, 38 e 36 anni, che vogliono entrambe essere riconosciute dallo Stato italiano come madri di due gemellini nati il giugno scorso, anche se la legge italiana prevede che solo colei che li ha partoriti sia la madre e non l’altra. L’avvocato che le rappresenta, Ramona Borri, in udienza ha riepilogato la vicenda delle due donne chiedendo il riconoscimento come madre di entrambe. Il collegio si è riservato la decisione sulla causa con termine ordinatorio di 30 giorni. Era presente in aula anche il sindaco di Anghiari Alessandro Polcri insieme all’avvocato Enrico Maccari.

La storia delle due donne ha inizio nel 2021 con l’unione delle due, entrambe impiegate nel mondo del commercio e residenti appunto ad Anghiari. Nozze celebrate proprio dal sindaco della cittadina tiberina. Poi ci fu la decisione di diventare madri e il viaggio a Barcellona dove avviene prima la fecondazione eterologa di Luisa, la donna rimasta esclusa dalla genitorialità legalmente riconosciuta, e poi il transfer embrionale dell’ovocita per una maggiore adattabilità dell’utero di Federica, che partorisce quattro mesi fa i gemelli. Tornate in Italia le due madri iscrivono i figli all’anagrafe ma solo una, la partoriente, viene iscritta come tale seguendo alla lettera la legge italiana che prevede questo. Inizia una battaglia legale che, come ha ricordato l’avvocato Ramona Borri, vale anche per le coppie eterosessuali che si trovino nella medesima situazione. «Ho spiegato al giudice proprio questo, ha ascoltato attentamente la nostra storia e il nostro intento - ha proseguito il legale - E se è vero che c'è una parte normativa, peraltro con un vuoto normativo che va colmato, è anche vero che c'è una parte umana e di tutela dei due bambini, che non può essere trascurata».

Diceva dopo l’udienza il sindaco Polcri: «Sono amico delle due donne anche perché vivono ad Anghiari, le conosco e ho volentieri celebrato il loro matrimonio ma nell’iscrivere i gemellini all’anagrafe il Comune si è rigorosamente attenuto alla normativa». «Sono tuttavia pienamente convinto - ha aggiunto - che la parte debole, cioè i bambini, vada tutelata ma anche in questo caso le norme non può di certo farle l’amministrazione comunale». L’avvocato che rappresenta il Comune di Anghiari, Enrico Maccari, ha ribadito come «la Corte Costituzionale si sia pronunciata più volte ma ha mantenuto la portata applicativa delle norme. Noi riteniamo che non ci sia un vuoto normativo ma se c'è dovrà essere colmato dal legislatore e non certo dalla Corte Costituzionale». Si è invece opposta alla richiesta della coppia di donne l’Avvocatura dello Stato, in rappresentanza del Ministero dell’Interno, ribadendo la vigenza di norme che escludono la possibilità che un figlio abbia due madri.

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