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Natascia Maesi, "La prima" presidente Arcigay: "Riappropriamoci del femminile, sì alla carriera alias"

«Lesbica e femminista, orgogliosa del mio incarico e ne sento tutta la responsabilità in questo momento in cui si vogliono far tornare le donne allo stato di invisibilità: io dico riappropriamoci del femminile a partire dalla parola, per questo dico sono la presidente", sottolinea la giornalista. Natascia Maesi parlando con l’ANSA nel giorno in cui è stata eletta all’unanimità presidente di Arcigay. Quarantacinque anni, nata a Caserta, ha studiato a Napoli dove si è laureata in filosofia, vive a Siena e si occupa di comunicazione e uffici stampa e ha già predisposto un calendario di iniziative da portare avanti per l'ampliamento dei diritti della comunità Lgbtqia+.

«La mia leadership è stata costruita con tantissime attiviste donne cercando di far crescere in Arcigay anche la sensibilità ai nostri temi, è stata una rete orizzontale chi ha portato fin qui». Maesi mette al primo punto l’impegno contro la violenza che subiscono le donne e la comunità Lgbtqia+ perché si tratta di «una violenza che in tutti e due i casi ha una matrice patriarcale: colpisce le donne quando non si conformano a certe aspettative, e così come colpisce gli uomini che non si conformano al modello del machismo». Poi occorre rimettere «al centro la battaglia per la piena applicazione della legge 194, l'aborto libero e gratuito riguarda anche le donne della nostra comunità». Da portare avanti, subito, anche «il tema dell’autodeterminazione con il superamento della legge 164 sulla transizione di genere, occorre togliere l’obbligo di percorsi psicologici, e poi occorre che sia adottata la 'carriera alias' sui posti di lavoro, a scuola, nella pubblica amministrazione». Sui figli delle coppie arcobaleno, Maesi si pone l’obiettivo di farli dichiarare figli della coppia al momento della nascita e non al termine di lunghi e incerti percorsi affidati agli uffici anagrafici e alle diverse 'sensibilità' dei sindaci.

Sarò LA presidente: no alla "invisibilizzazione" delle donne

«Sono molto onorata del ruolo di cui l’associazione mi investe e che è l’esito di un percorso che viene da lontano e che coinvolge numerose donne all’interno dell’associazione», ha dichiarato Maesi. «Per quattro anni, sarò LA presidente di Arcigay. E sottolineo il LA, a marcare la differenza profonda tra leadership femminile e leadership femminista. Giorgia Meloni aggiunge Maesi - nell‘infrangere il soffitto di cristallo, ha disposto la cancellazione del femminile, con la conseguente invisibilizzazione delle donne dal discorso pubblico e politico, rafforzando l'idea che le donne abbiano valore solo se assomigliano agli uomini, diventano come loro, si appellano al maschile per essere autorevoli. Altra cosa è il modo in cui io e le altre attiviste transfemministe di Arcigay intendiamo affrontare generi, rendendoli visibili e attraversabili, disobbedendo a norme e aspettative di genere, superando i limiti del binarismo. Le parole creano senso e immaginario, sono strumenti potentissimi che vanno usati responsabilmente. Ancora di più se si ha un privilegio o si esercita un potere”.

La nuova segreteria nazionale di Arcigay
La prima presidente donna dell’Arcigay è espressione del Comitato territoriale di Siena. Al XVII Congresso nazionale dell’associazione, svoltosi a Latina, è stato confermato il 38enne cremasco Gabriele Piazzoni come segretario generale. L’assemblea ha inoltre approvato la mozione «Orgoglio in movimento» ribadendo con voto unanime l’identità antifascista e pacifista dell’associazione. La nuova segreteria nazionale, l’organo esecutivo dell’organizzazione, è composta da Anna Claudia Petrillo (delega ai rapporti territoriali), Christian Leonardo Cristalli (diritti persone trans), Claudio Tosi (cultura, storia e memoria), Ilenia Pennini (salute), Luciano Lopopolo (formazione), Manuela Macario (lavoro), Marco Arlati (sport), Marta Rohani (scuola), Matteo Cavalieri (tesoriere), Michela Calabrò (politiche di genere), Roberto Muzzetta (esteri), Shamar Droghetti (politiche giovanili), Daniela Lourdes Falanga (carceri legalità lotta alle mafie). “Arcigay esce da questo appuntamento come un’associazione forte e volitiva, compatta, coesa e battagliera - dichiara Gabriele Piazzoni - Attraversiamo un tempo complicato -prosegue -, per molti versi ostile. Ma ci sentiamo pronti e pronte ad attraversare questo tempo senza paura. Già da domani siamo al lavoro per garantire alle persone lgbtqia sostegno e rappresentanza, per rilanciare le battaglie per la piena uguaglianza di tutte e tutti, per una politica che rimuova gli ostacoli e che colmi il vuoto che questo Paese sconta in termini di diritti umani, civili, sociali”.

Pro Vita: "No a progetti distruttivi della società"

"C'erano pochi dubbi sulla volontà di indottrinamento della comunità Lgbtqia+, ma l’ennesima conferma è arrivata con l’elezione della nuova presidente di Arcigay, Natascia Maesi, che ha dichiarato di voler fare tutto il necessario per adottare la "Carriera Alias" sui posti di lavoro, a scuola e nella pubblica amministrazione, di voler stravolgere la normativa sulla filiazione a favore delle coppie omosessuali e di voler modificare la legge 164 sul cambio di sesso eliminando l’obbligo di verificare la condizione clinica di disforia di genere». Lo afferma in una nota Jacopo Coghe di Pro Vita&Famiglia per il quale «si getterebbero bambini e adolescenti in pasto all’ideologia gender e al concetto antiscientifico di una fluidità sessuale autodichiarata, con conseguenze drammatiche e spesso irreversibili. La Carriera Alias è priva di qualsiasi base giuridica e contraria a numerose norme civili, amministrative e penali. La scuola, infatti, non ha alcun potere di alterare i dati anagrafici dei minori nei documenti e negli atti interni sulla base di autodichiarazioni o di percorsi terapeutici che non hanno portato a diagnosi definitive e alla sentenza di riattribuzione del sesso come previsto dalla legge italiana in materia, dunque affermare di voler anche togliere i percorsi psicologici è di una gravità inaudita». «Faremo barricate contro questi progetti distruttivi della società», conclude Coghe, portavoce di Pro Vita &Famiglia.

Carriera Alias: la protesta studentesca di Rete della Conoscenza

«Sono passati appena due mesi dall’inizio della scuola e per l’ennesima volta tutte le carenze strutturali del nostro sistema educativo si sono mostrate: viviamo in una scuola sempre più escludente, basata sul merito e sulla competizione, dove gli edifici scolastici ci crollano addosso e gli studenti muoiono in alternanza scuola - lavoro o suicidandosi per il troppo stress delle valutazioni e dei compiti. Pochi giorni fa il Ministro dell’istruzione Valditara ha dichiarato di voler ascoltare le studentesse e gli studenti: dopo mesi di assemblee e mobilitazioni studentesche, passate per gli Stati Generali della scuola e la presentazione del Manifesto della scuola pubblica alla Camera dei Deputati, non accettiamo più che le nostre proposte e richieste vengano ignorate dalla politica». Ad affermarlo studentesse e studenti della Rete della Conoscenza che aggiungono: «Scendiamo in piazza per rivendicare con forza i 5 pilastri per la ricostruzione della scuola pubblica». Ecco quali sono: Legge nazionale sul diritto allo studio; l’abolizione dei PCTO e delle forme di Alternanza Scuola - Lavoro in favore dell’istruzione integrata; maggiore rappresentanza, partecipazione e protagonismo studentesco; investimenti su edilizia, sportelli psicologici e Carriere Alias in tutte le scuole; un nuovo Statuto dei diritti degli studenti e delle studentesse. "Dalle assemblee nelle scuole e nelle città abbiamo costruito una proposta di cambiamento dal basso per il nostro territorio e il 18 novembre, assieme a tutte le organizzazioni sociali e studentesche di questo paese saremo nelle piazze di tutta Italia per gridare che abbiamo diritto a luoghi della formazione migliori e ad un futuro dignitoso e stabile: sulle nostre scuole e sul nostro futuro, ora decidiamo noi!», concludono studentesse e studenti che manifesteranno in numerose piazza italiane da nord a sud.

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