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'Ndrangheta, subappalto a pregiudicato calabrese: azienda "commissariata"

Il Tribunale di Milano - Sezione autonoma misure di prevenzione presieduta da Fabio Roia - ha disposto un intervento in affiancamento dell’amministrazione giudiziaria nei confronti della Bertini srl, l’azienda di Alagna Valsesia, in provincia di Vercelli, che nel 2019 ha vinto un appalto da oltre 15 milioni di euro per realizzare la nuova piattaforma logistica dell’Ortomercato. A far chiedere la misura di prevenzione da parte dei Pm della Dda milanese Silvia Bonardi e Paolo Storari, il subappalto per i servizi di trasporti da 1,2 milioni di euro alla Medi Opere srl, società - secondo un’indagine della Dia - di fatto amministrata da Pietro Paolo Portolsi, già condannato per 'ndrangheta.

L’affiancamento di 12 mesi ai vertici della Bertini di un commercialista e un avvocato nominati dal collegio Roia-Rispoli-Tallarida «deve essere letto in un’ottica di evidente necessità di rilegalizzazione dell’azienda nel settore oggetto di infiltrazione illegale che si presenta in parte come subita per la capacità intimidatrice della persona fisica dominante (Portolesi Pietro Paolo) ma anche progressivamente accettata probabilmente per una sorta di convenienza economica (sistema dell’appalto di prestazioni di servizi per la realizzazione di opere di costruzioni civili e industriali)».

L’istruttoria ha avuto origine dall’attività di polizia giudiziaria svolta dalla DIA sotto l’egida della DDA del capoluogo lombardo che, nella scorsa estate, ha portato all’arresto del soggetto di origini calabresi gravemente indiziato di trasferimento fraudolento di beni e valori e al sequestro di 4 complessi aziendali, fittiziamente intestati a terzi, nonché di numerosi beni mobili strumentali, immobili e conti correnti per un valore complessivo di oltre 5,5 milioni di euro . In concreto, gli accertamenti di carattere preventivo hanno consentito di far emergere sufficienti indizi sulla condotta della società colpita dal provvedimento odierno poiché avrebbe agevolato l’attività di un’impresa riconducibile al citato indagato, già condannato per associazione mafiosa, sub-appaltando a quest’ultima alcuni contratti per il trasporto di inerti nell’ambito dei lavori di realizzazione della nuova piattaforma logistica ortofrutta all’interno del Comprensorio Alimentare di Milano del valore di oltre 15 milioni di euro e che le erano stati aggiudicati nel 2020.

Le indagini hanno inoltre dimostrato come i relativi aspetti contrattuali del sub-appalto pari a circa 1,3 milioni di euro, venissero definiti dai vertici societari direttamente con l'indagato sebbene questi risultasse formalmente semplice autista dipendente dell’impresa sub-appaltatrice. Tale condotta ha evidenziato la cosiddetta colpa di organizzazione in quanto l’azienda, sebbene si fosse dotata, almeno sulla carta, di procedure volte ad impedire il verificarsi di fenomeni criminosi nel tessuto societario, nei fatti avrebbe disatteso le regole cautelari, formalizzate nel modello organizzativo, posto che i vertici societari nulla avrebbero eccepito sulla presenza costante quale loro interlocutore di un soggetto privo di ogni formale potere e qualifica.

Il Tribunale della prevenzione ha pertanto disposto un “tutoraggio” ad opera di due Amministratori Giudiziari, nominati dalla medesima Autorità, che per un periodo iniziale di un anno eserciteranno tutti i poteri di controllo sull’attività d’impresa al fine di eliminare le contiguità critiche rilevate. Il compendio aziendale sottoposto a misura di prevenzione è capitalizzato per 1,5 milioni di euro e nell’ultimo periodo ha sviluppato un volume d’affari di oltre 35 milioni di euro.

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