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Cos'è la leucemia mieloide acuta: la malattia che ha stroncato Sinisa: "È stato sfortunato"

«Mihajlovic è stato sfortunato. La malattia che lo ha colpito rientra in un sottogruppo di leucemia mieloide acuta che tende ad avere una prognosi molto brutta». A spiegarlo all’AGI è stato Robin Foà, ematologo di fama mondiale dell’Università Sapienza di Roma e ricercatore di punta della Fondazione AIRC. «Negli ultimi anni abbiamo fatto importantissimi progressi nel trattamento di molte forme di leucemia, ma purtroppo ci sono ancora alcuni sottogruppi, come quello che ha colpito il calciatore, su cui abbiamo bisogno di fare più ricerca», dice l’esperto. «Un sottogruppo di leucemia mieloide acuta, ad esempio, risponde molto bene a una terapia mirata - continua - tanto che non c'è più bisogno della chemioterapia. Una terapia mirata molto efficace viene attualmente utilizzata anche per un altro sottogruppo di leucemia acuta linfoide. Ma a fronte di risultati favorevoli così importanti, purtroppo, continuano a esserci casi difficili da trattare, che rispondono poco alle terapie che abbiamo a disposizione».

Purtroppo la malattia di Mihajlovic fa parte proprio di uno di questi sottogruppi «sfortunati». «Mihajlovic ha dimostrato certamente una grande forza - dice Foà - e ha combattuto la malattia per 3 anni, che non sono pochi per chi viene colpito da una forma così dura di leucemia. Da quanto sappiamo è stato sottoposto a molti trattamenti, l’ultimo sperimentale». Purtroppo, nonostante tutti gli sforzi, Mihajlovic non ce l’ha fatta. «Ma la sua storia ci deve ricordare che la ricerca può fare tanto», sottolinea Foà. «Per questo non bisogna mai perdere la speranza e continuare a studiare la malattie e le sue caratteristiche. Solo così potremo arrivare a un farmaco che, si spera, un giorno riuscirà a curare efficacemente anche i sottogruppi di leucemia che oggi hanno una prognosi molto infausta».

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