«Si è realizzato, ciò che avevo previsto e dichiarato. Nessuno è intervenuto affinchè Lando fosse salvato. Le responsabilità sono molte, io non mi fermo: la verità verrà fuori": così all’AGI la compagna di Lando Buzzanza, Francesca della Valle, appena appresa la notizia della morte dell’attore siciliano. «Aveva un’afasia, non una malattia mortale. L’abbandono è una malattia mortale», sottolinea della Valle, presidente dell’Associazione Labirinto 14 luglio che si batte per la modifica delle legge 6/04 e la difesa delle persone fragili. Una lunga battaglia, la sua, da più di un anno su media e social, per riportare a casa l’attore siciliano, sempre definito lucido, le cui condizioni di salute erano andate via via peggiorando come denunciato dal medico di fiducia Fulvio Tomaselli, che lo aveva descritto cachettico e pieno di piaghe da decubito; dichiarazioni seguite dalle minacce di querela per entrambi per violazione della privacy da parte del figlo di Buzzanca, Massimiliano, per il quale il padre - con l’aggravarsi delle condizioni di salute - aveva invece perso lucidità.
Il messaggio della compagna nelle scorse settimane
«Lando Buzzanca sta morendo, denutrito e disperato, rinchiuso, contro la sua volontà, in una Rsa dal 27 dicembre 2021. La responsabilità sarà di tutti coloro che lo stanno trattenendo là, chiunque essi siano": così la della Valle su Facebook già lo scorso agosto, prima della nuova caduta dell’attore nella Rsa che lo ha portato prima nel ricovero al Gemelli, e poi nell’hospice dove si è spento oggi. Non c'è tempo da perdere, lasciava intendere la compagna, invocando il diritto di scelta del malato. «Non dovrebbe scegliere lui - si chiedeva la giornalista e conduttrice, nella sua battaglia legale e mediatica contro la legge 6/04 che riguarda oltre 400mila persone fragili - oppure ora interverrà qualche interdizione d’emblèe, per far tacere la verità? Troppo tardi - scriveva ancora la donna - il tentativo da parte dei figli nel settembre 2021, fu negato dallo stesso giudice tutelare. Lando aveva una afasia peggiorata dall’isolamento imposto dal suo amministratore di sostegno e dalla mancanza di logopedia». La documentazione di tutto ciò, scriveva ancora della Valle, «è nelle mani della procura della Repubblica di Roma, che ha anche documentazione su come Lando fosse a dicembre 2021 e com'è ora, dopo 7 mesi di Rsa»
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