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Poliziotta uccisa nell'androne di un palazzo a Roma, suicida l'aggressore: era un collega

Ha utilizzato l’arma di servizio per uccidere la 58enne Pier Paola Romano, Massimiliano Carpineti, l’agente di polizia che poi, sempre con la stessa pistola si è suicidato in via Rosario Nicolò, nella zona di San Basilio. I due prestavano servizio presso l’Ispettorato di Pubblica Sicurezza Camera dei Deputati. Il cadavere dell'uomo, che era un agente collega della vittima, è stato trovato in un'auto in via Nino Tamassia. Sul posto sono intervenuti gli agenti di polizia allertati da alcune persone che avevano sentito colpi di arma da fuoco. Il corpo della donna è stato trovato nell’androne di un palazzo.

Non si esclude il movente di natura passionale. Aperte anche altre piste.

Pier Paola Romano, 58 anni, in precedenza lavorava al commissariato S. Ippolito dove è in ruolo anche il marito. Secondo quanto riferito da Il Messaggero, testimoni avrebbero visto arrivare davanti al palazzo un veicolo, una Matiz bianco, con a bordo un uomo che avrebbe sparato tre colpi a bruciapelo alla testa della poliziotta.

Prima gli spari, «leggerissimi, come uno sbattere di lenzuola"; poi quell'auto bianca in fuga e il corpo di Pier Paola a terra, sanguinante nell’androne del palazzo. Sono ancora sconvolti i vicini di casa della poliziotta uccisa dal collega in una strada residenziale nell’estrema periferia est di Roma a due passi dal Raccordo anulare dove - tengono a ribadire gli abitanti del quartiere - vive gente tranquilla, tra cui decine di militari e appartenenti alle forze di polizia.

Le testimonianze dei vicini

«Conosciamo il figlio di Pier Paola - dicono due ragazzi che abitano nella zona - anche lui è un agente di polizia ed è in servizio al nord». Anche il padre e marito della donna è un polizotto. «È un pezzo di pane», raccontano continuando a ripetere che quanto accaduto «è surreale: sembrava la scena di un film». Purtroppo però non lo era. Pier Paola è stata raggiunta da tre proiettili nell’androne del palazzo. Nessuno avrebbe assistito alla scena, ma diversi condomini avrebbero sentito il rumore degli spari. «Come uno sbattere di lenzuola, leggerissimo», dice Roberto.

Ad allertare le forze di polizia è stata la vicina di casa della donna alle 11.25. Francesca, invece, che abita poco distante, non ha sentito nulla. «Abito qua dietro, avevo pure il balcone aperto ma non ho udito niente». Altri hanno pensato che «si trattasse di petardi esplosi». Diversi abitanti del quartiere hanno poi visto una macchina bianca fuggire via subito dopo gli spari. E a poche decine di metri di distanza dal palazzo dove è avvenuto il femminicidio, nel parcheggio di via Nino Tamassia, è stata infatti ritrovata la Chevrolet bianca con all’interno il cadavere dell’aggressore, Massimiliano Carpineti, che si è ucciso utilizzando la stessa pistola con cui ha ammazzato Pier Paola.

«Mio nipote - racconta un uomo - passeggiava verso 12 proprio vicino all’auto, quando ha udito lo sparo e si è allontanato correndo», racconta. «Stava andando da un amico», continua, «ma non è andato a vedere, anche se è stato interrogato dalla polizia». In questo dedalo di strade, un groviglio di palazzi simili tra loro, si stagliano parchi giochi e aree per cani. Tutti la descrivono come una zona residenziale e tranquilla, che non è San Basilio. C'è chi parla addirittura di un quartiere "militare", poiché abitato soprattutto da poliziotti, finanzieri e carabinieri. Un residente, Roberto, visibilmente scosso, dice: "Torraccia nasce per il controllo sulla borgata. Abbiamo quasi tutti parenti nelle forze dell’ordine». Francesca, vicino a lui, interviene: «Non penseresti mai possa accadere proprio qua una cosa del genere. È una zona tranquilla ed era una famiglia tranquilla. Non ce lo aspettavamo».

 

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