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Schifani: «Più risorse alla Sicilia!». Il governatore riapre la vertenza “insularità”

Il governatore ribadisce con forza che la condizione di svantaggio grava sulla Sicilia per oltre 6 miliardi di euro l’anno. «Sono oneri a carico di ogni cittadino siciliano, che lo Stato e le aziende nazionali hanno l’obbligo di riconoscere». Il Governo e Webuild confermano: «I cantieri del Ponte entro l’estate del 2024»

«La condizione di insularità grava sulla Sicilia per oltre 6 miliardi di euro all’anno, il che comporta che ogni siciliano subisce un onere occulto di circa 1.200 euro per compensare il divario con il resto della penisola che la marginalità insulare impone». Ribadisce il concetto, il presidente della Regione siciliana Renato Schifani, dopo l’intervento di sabato scorso al Convegno nazionale dei Giovani imprenditori, svoltosi a Rapallo, in Liguria. Lo fa con forza e determinazione, raccogliendo, su questo fronte, il testimone che gli è stato lasciato dall’ex vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, il quale si era intestato questa battaglia a nome della Giunta Musumeci. Una battaglia coronata con l’inserimento nella Carta costituzionale di una norma che riconosce il principio dell’insularità e le condizioni di svantaggio, rispetto alle altre regioni italiane, nelle quali si trovano le due principali Isole, Sicilia e Sardegna. Armao aveva affidato alle Università siciliane e al centro di ricerca Prometeia uno studio per quantificare i costi, e i mancati benefici, dell’insularità e dell’isolamento, causa ed effetto dello stesso fenomeno.
La quantificazione degli oneri è stata riconosciuta all’unanimità dalla Commissione paritetica, dopo il confronto con gli organismi dello Stato e trasmessa al ministero dell’Economia. E Schifani riparte proprio da qui: «Questi oneri vanno progressivamente compensati dallo Stato per far fronte al divario e alla marginalità insulare attraverso i meccanismi della continuità territoriale, della fiscalità di sviluppo e della perequazione infrastrutturale». E in quest’analisi entra ovviamente anche la questione del collegamento stabile nell’area dello Stretto: «Il Ponte – si affretta a precisare il governatore –, i cui tempi di realizzazione non sono brevissimi, è già un primo e importante passo in avanti, ma attenuerà soltanto gli effetti dell’insularità, non potrà azzerarli. Permangono integri, pertanto, i compiti dello Stato e delle aziende nazionali di promuovere le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi che da questa derivano secondo l’articolo 119 della Costituzione».

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