Sabato 23 Novembre 2024

Santanchè: contro di me pratiche sporche e schifose. La ministra riferisce in Senato sul caso Visibilia M5S: dimissioni!

«Non mi sono mai appropriata di nulla che non mi appartiene. Non ho mai abusato delle mie posizioni apicali nelle aziende. Sfido chiunque a dimostrare il contrario». Di fronte a un’Aula del Senato piena e - dettaglio politicamente rilevante - circondata da praticamente tutti gli esponenti dell’esecutivo, i quali le hanno manifestato solidarietà con la propria presenza, Daniela Santanchè ha fornito la propria versione della vicenda relativa alle società Visibilia e Ki-group, al centro di un’inchiesta giornalistica dei giorni scorsi in cui sono state ipotizzate sue inadempienze nei confronti del Fisco e dei dipendenti. Una difesa del proprio operato che in realtà è stato un contrattacco a quelli che a suo avviso sono stati metodi scorretti e attacchi personali nei suoi confronti da parte della «stampa politicizzata». Il ministro ha esordito rivendicando la scelta di presentarsi in Parlamento per «non far pesare sul governo e sulla maggioranza le conseguenze di una campagna di vero e proprio odio nei miei confronti». «Non sono qui - ha proseguito - per rispondere a trasmissioni televisive ma per bloccare la strumentalizzazione politica che si sta facendo contro di me mistificando la realtà. Sono qui per difendere il mio onore e - ha rimarcato - quello di mio figlio». Nel mirino di Santanchè soprattutto le indiscrezioni, circolate proprio nelle ultime ore, di una presunta inchiesta giudiziaria nei suoi confronti: «Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia. Dopo aver letto l’articolo del 'Domani' - chiarisce - sono io che avrei bisogno di avere risposte e le chiedo con forza. E’ normale leggere su un giornale che sono indagata? Contro di me sono state utilizzate pratiche sporche e schifose». Quanto al merito della vicenda, il ministro del Turismo ha sottolineato di aver fatto ricorso, per le sue aziende, «agli strumenti messi a disposizione di tutte le imprese dalle leggi ancora vigenti». «Il mio progetto di ristrutturazione - ha proseguito - è molto più virtuoso di quello di altre aziende nelle stesse condizioni. Essere un imprenditore e anche un politico non significa che sia proibito fare ricorso alle leggi vigenti, non ho avuto favoritismi ma nemmeno ci deve essere un’indebita penalizzazione ad personam. Ho messo in gioco l’intero mio patrimonio personale, credo nelle cose che faccio. L’ho fatto per cercare di uscire dalla crisi». Replicando ai media che l’hanno accusata di aver fissato per sè emolumenti milionari, mentre i dipendenti erano in credito, Santanchè ha replicato che «nel triennio 2019-2021 ho incassato un compenso di 27mila euro lordi». Poi il ministro, sempre contestando le tesi dell’inchiesta giornalistica, ha affermato di non aver mai avuto «nessun controllo nel settore dell’alimentare biologico, come molti media hanno raccontato» e di aver «svolto attività di impresa nel mondo della pubblicità, dell’editoria e dell’intrattenimento senza aver mai superato il 5% della mia partecipazione». «Voglio chiarire - ha proseguito - che la persona cui attingono i miei detrattori come grande accusatore, a differenza di quanto riferito in televisione e su altri mezzi di informazione, non è un piccolo risparmiatore ma secondo le notizie che lui stesso ha divulgato è una sorta di finanziere che si è trasferito prima a Londra poi in Svizzera e a Montecarlo ed ora risiede alle Bahamas». Ringraziando il governo, e il premier Giorgia Meloni in particolare per la solidarietà e la vicinanza dimostrata, Santanchè ha voluto anche puntualizzare di non aver alcuna multa da pagare, come invece avevano scritto alcuni giornali, e di aver «già pagato» se ha commesso errori: «Solo chi ruba nasconde - ha affermato concludendo - e io non ho nulla da nascondere». «Ci vuole ben altro per farmi cambiare umore o diventare triste, io sono una persona contenta e felice, non odio il mondo e quando mi guardo allo specchio mi piace l’immagine che vedo riflessa».

Il dibattito

Dal dibattito è emersa la solidarietà degli esponenti di maggioranza, mentre nel gruppo Azione-Iv si palesavano le differenze di visione tra Calenda e Renzi, il primo orientato alla richiesta di dimissioni per opportunità politica, il secondo fermo su una linea garantista che non he lesinato, nelle parole dei suoi parlamentari, l’accusa di «grillismo» al leader di Azione. I dem, attraverso Enrico Misiani, hanno ribadito la richiesta di dimissioni, e il M5s è andato oltre, annunciando con Stefano Patuanelli la presentazione di una mozione di sfiducia, cui sono seguiti il coro «dimissioni» all’indirizzo del ministro e una conferenza stampa alla presenza di Giuseppe Conte e di alcuni ex-dipendenti delle aziende della Santanchè.

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