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Messina, nuovo servizio idrico: i lavoratori traslocano. MessinAcque assorbirà centinaia di dipendenti pubblici

Si cominciano a gettare le basi (e non solo) per la nascita del nuovo servizio idrico integrato e della costituenda MessinAcque. Società mista, pubblico-privata, nella quale confluiranno non soltanto mezzi, ma anche uomini. Proprio in tema di personale si sta giocando una partita difficile, che coinvolge enti locali, aziende attive nel settore della fornitura di acqua e sindacati.

Un aspetto, questo, che nelle ultime settimane è stato al centro di interlocuzioni e anche richieste di chiarimenti, sfociati, ad esempio, in una nota trasmessa dai vertici dell’Ati Messina. Destinatari i Comuni facenti parte dell’Ambito del territorio peloritano, quelli “non salvaguardati”, ossia 92 in tutto, e poi l’Amam, il Consorzio per la rete fognante e depuratori (che ingloba Taormina, Castelmola, Giardini Naxos e Letojanni), l’Acavn (ossia l’Azienda consortile acquedotti Vena e Niceto che abbraccia i Comuni di Rometta, Spadafora, Torregrotta, Valdina e Venetico), oltre ai rappresentanti delle parti sociali. Nello specifico, l’Assemblea territoriale idrica di Messina ha specificato che «il Comune dovrà individuare il personale tra i dipendenti assunti a tempo indeterminato che hanno svolto servizi nell’ambito idrico da almeno 8 mesi continuativi, già posti a carico del Piano economico finanziario di quest’ultimo». Inoltre, «i dipendenti verranno assunti dal nuovo gestore, ossia società mista pubblico/privata, a seguito del licenziamento e, quindi, dello scioglimento del rapporto di lavoro con l’Ente di appartenenza».

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