Daniela Santanché va dritta per la sua strada. Direzione: l’aula di un tribunale, per difendersi dalle accuse della procura di Milano per i suoi affari con l’ex società Visibilia, e non certo le telecamere o i giornali. "Quello che dovevo dire, l’ho detto in Senato. Non partecipo al processo mediatico": la ministra di Fratelli d’Italia sembra rispondere così alla nuova puntata della saga aperta a giugno dal programma tv, Report, che in serata torna ad affondare il colpo.
Da testimonianze e documenti raccolti dai giornalisti di Rai3 emergerebbe che la responsabile del Turismo avrebbe mentito difendendosi a Palazzo Madama, nell’informativa della settimana scorsa. Non si deposita, insomma, il polverone che avvolge da giorni l'esponente del governo Meloni. E nonostante al Senato resti in standby la sfiducia proposta dal Movimento 5 stelle per le sue dimissioni - richiesta in solitaria, ma Pd e Avs assicurano di essere pronti a votarla - e in attesa di una data per discuterla in aula. In ogni caso per la vicepresidente del Pd, Chiara Gribaudo, «se le anticipazioni di Report fossero confermate, Santanché avrebbe mentito in Parlamento». E conclude: «Ogni minuto che passa senza le dimissioni da ministro è un’onta per le istituzioni".
Indagata per bancarotta e falso in bilancio riguardante il gruppo editoriale ora in dissesto e che aveva fondato restandone alla guida fino all’anno scorso, Santanché però insiste: «La notizia è che ad oggi non ho ancora ricevuto l’avviso di garanzia». Sono le uniche parole che i cronisti le strappano appena arrivata a un convegno sull'Europa al Pirellone insieme al collega di partito Marcello Pera. A differenza della premier Giorgia Meloni che, in missione in Lettonia, continua a tacere sulla vicenda, lei non ci sta a silenziarsi. Anzi, quasi rivendica di non sfuggire alle domande: «Io non ho nessun silenzio, ho già risposto», ribatte alle telecamere. Intanto in attesa dei prossimi step giudiziari, è Report a tenere alto il caso.
E manda in onda l’intervista a Federica Bottiglione, ex responsabile degli affari societari del gruppo Visibilia che parla per la prima volta a viso scoperto. La donna avrebbe ribadito «con prove documentali» di aver lavorato per Visibilia e per l’attuale ministra anche quando era in cassa integrazione Covid, a sua insaputa, (motivo per cui avrebbe fatto causa all’azienda). Fatto che Santanché ha negato, nell’'arringà al Senato. Nella sua versione, Bottiglione riferisce inoltre di essere stata pagata con un rimborso chilometrico e di aver lavorato nel periodo di cassa integrazione anche al Senato nella segreteria dell’allora vicepresidente Ignazio La Russa.
L'attuale numero uno di Palazzo Madama ha già chiarito che la donna ha avuto un contratto di collaborazione part time, ma di aver verificato che non fosse in cassa integrazione. Parole che risalgono ai giorni scorsi. Anche La Russa infatti preferisce restare fuori dai radar pubblici e oggi a rappresentare la Camera alta ai funerali di Arnaldo Forlani è andato uno dei decani del Senato, Pier Ferdinando Casini. Report però non molla e nella sua inchiesta tv parla anche della società di investimenti Ki Group, collegata a Visibilia. Su questa Santanché ha sostenuto che la sua partecipazione non ha mai superato il 5% di Ki Group. «Ma dai documenti in nostro possesso - spiega il programma - dimostreremo che fin dal 2013, Santanché possedeva il 14,9% di controllo della società».
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