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Messina, piazza del Popolo: la storia si rinnova. L’inaugurazione nel fine settimana

È tutto pronto per il taglio del nastro. La nuova piazza del Popolo è già sbocciata e crescono la curiosità e l’attesa, soprattutto da parte di chi nella “piazza più bella di Messina, almeno potenzialmente” progettata dal grande architetto palermitano Ernesto Basile, ci ha sempre creduto, vi custodisce i suoi affetti più cari, o magari ci ha scommesso con coraggio, in termini di lavoro o di vita.
«Alla fine della prossima settimana si farà l’inaugurazione», annuncia l’assessore Salvatore Mondello che però presto chiarisce: «Faremo naturalmente anche l’annunciato allargamento di due metri del marciapiede dei portici. È un lotto successivo già per tempo finanziato, contiamo di iniziare questo lavoro entro settembre». Mondello mescola orgoglio e concretezza: «Il risultato più grande è quello della nuova funzionalità, abbiamo attuato un progetto ereditato e miglioramenti sono possibili, a cominciare dall’illuminazione dei portici e dalle necessità di valorizzare attività consone ai portici, risolvendo il caso di quelle inidonee grazie al Piano commerciale, Stiamo lavorando in sinergia con l’assessore Finocchiaro».
Anche il consigliere comunale Giovanni Caruso, promotore dei due emendamenti condivisi con l’allora Giunta De Luca e sposati dal Consiglio per finanziare i distinti lotti, si mostra soddisfatto ma non senza realismo e con una forte proiezione sul futuro: «Percorriamo il cammino che porta alla restituzione della piazza alla sua vocazione pedonale. Non si può negare che ci siano lamentele sulla mancata illuminazione dei portici o su altri aspetti. Ma io dico a tutti a una cosa: così abbiamo messo in moto un meccanismo che porta solo miglioramenti e benefici. Cresceranno sempre più con questa piazza le attività nelle botteghe e così anche l’illuminazione e la vigilanza: lo hanno dimostrato in questi anni quei locali che si sono accollati per intero l’illuminazione dei loro tratti di portico. E chiaro che spingeremo tutti in questo senso perché intervenga il Comune».
Sprona al pensiero positivo ma anche a significativi miglioramenti l’avvocato Ettore Cappuccio, per decenni residente in una delle vie disposte a raggiera: «Per molto tempo – premette – ho dovuto constatare il progressivo degrado della piazza. Non sono un tecnico e quindi non mi pronuncio sulla validità estetica ed urbanistica. Certo, quanto è stato fatto dovrà essere integrato con la riqualificazione dei portici e delle zone limitrofe a cominciare da largo Seggiola, E occorre inoltre che in futuro l’area sia costantemente vigilata dalle forze dell’ordine. In conclusione – annota Cappuccio – il mio giudizio è positivo perché al di là di critiche e perplessità (che meritano seria considerazione) mi sembra che rispetto allo “status quo ante” ci sia stato un complessivo passo in avanti e che comunque i lavori eseguiti possano essere un trampolino di lancio per il ripristino dell’antico fascino di piazza Lo sardo».
Le critiche non mancano. Tra i più delusi l’ing. Alfredo Schipani, ex presidente provinciale di Confindustria, che non trova aspetti consolatori: «È un errore definire i lavori eseguiti nella piazza come riqualificazione della stessa. Si tratta solo di una ripavimentazione parziale, con il pessimo gusto di accostare materiali esistenti a quelli di nuova fornitura e con un miscuglio di geometrie che variano dalle linee curve dei sanpietrini ai nuovi rombi del materiali in pietra lavica». La critica maggiore resta sui portici: «I portici, privi da sempre d’illuminazione, continueranno a restare nel degrado, mortificati da una viabilità che ne frena lo sviluppo e la piazza, purtroppo, al suo interno isolata dalla circolazione, resterà meta di alcune persone dipendenti dall’alcol. Peccato: questa piazza meritava di più e con 650.000 euro si sarebbe potuto fare. Ma se mancano la passione, l’amore e soprattutto il dialogo, i risultati sono questi».

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