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Vibo, sequestrati beni per 700mila euro ad un capo clan della 'ndrangheta

Le indagini hanno riguardato un soggetto condannato, con sentenza definitiva, per reati di associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti che, secondo quanto emerso, ha ricoperto un ruolo apicale all’interno di una cosca vibonese

Beni mobili e immobili per un valore complessivo stimato in 700 mila euro direttamente o indirettamente riconducibili ad un esponente di una cosca di 'ndrangheta operante nel territorio della provincia di Vibo Valentia sono stati sequestrati dal Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Vibo Valentia. Il provvedimento è stato emesso dalla seconda sezione penale del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura distrettuale del capoluogo di regione.

Le indagini hanno riguardato un soggetto condannato, con sentenza definitiva, per reati di associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti che, secondo quanto emerso, ha ricoperto un ruolo apicale all’interno di una cosca vibonese. Gli accertamenti patrimoniali, che sono stati estesi anche al nucleo familiare e a terzi intestatari fittizi di beni, hanno consentito di rilevare una sproporzione tra il patrimonio accertato e la capacità reddituale dichiarata. I sigilli sono stati apposti a sei fabbricati, un terreno, al compendio aziendale di una ditta operante nel settore del 'Commercio di autovetture e di autoveicoli leggerì con 25 vetture e, infine, di disponibilità finanziarie di varia natura, detenute dall’uomo o dai suoi familiari in vari Istituti di credito. «Il servizio testimonia - ha detto il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri - l’elevata attenzione che l’Autorità Giudiziaria e i militari in forza al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia pongono sul fronte del contrasto alla criminalità economica e organizzata, con particolare riferimento alla 'ndrangheta, al fine di intercettare e reprimere ogni forma di inquinamento dell’economia legale e salvaguardare gli operatori economici ed i cittadini. Altresì, il sequestro di patrimoni illeciti assume un valore anche sociale, poiché consente di restituire alla collettività le ricchezze accumulate nel tempo dalla criminalità. L’aggressione ad ogni forma di criminalità restituisce competitività e legalità al mercato, alimentando gli investimenti ed il conseguente sviluppo imprenditoriale ed economico che la criminalità mira a controllare e rallentare».

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