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Giambruno: non ho mai detto "la ragazza se l'è cercata". Ancora polemiche dopo lo strupro di gruppo a Palermo

 Io non ho mai detto 'la ragazza se l'è cercata" o che, se eviti di ubriacarti, "non ti stuprano": questi virgolettati sono usciti su un giornale e poi dappertutto, ma sono diffamazione pura». Lo rimarca il giornalista Andrea Giambruno, compagno della premier, in un’intervista al Corriere della Sera, parlano delle polemiche nate dal suo commento nel programma che conduce, Diario del giorno delTg4. «Basterebbe sbobinare quello che ho detto - aggiunge - ma ai politici che mi attaccano non viene il dubbio che non posso aver giustificato uno stupro?».

Intervenendo sul tema «ho premesso che era un atto abominevole compiuto da bestie, poi, siccome l’avvocato Annamaria Bernardini de Pace e il direttore Pietro Senaldi parlavano di autotutela - ricorda - mi sono permesso di dire ai giovani, a ragazzi e ragazze senza distinzioni di genere, di non uscire apposta per ubriacarsi e drogarsi, mi sono raccomandato di fare attenzione perché, purtroppo, il malintenzionato lo trovi. Non ho detto che gli uomini sono legittimati a stuprare le donne ubriache. Invece, certi politici vanno dietro a un titolo falso, chiedono la mia sospensione, ma per cosa? Per aver detto ai ragazzi non vi drogate?».

Quando la ragazza stuprata a Palermo ha scritto sui social "mi state portando alla morte", Giambruno ha pensato che «una ragazza che scrive questo è lacerata dentro. Eppure, c'è chi strumentalizza lei per attaccare me. Coi miei collaboratori, abbiamo deciso che di questa storia non parleremo più: il silenzio è l’unico modo per aiutarla a superare il trauma. Se posso aggiungere: strumentalizzano gli stessi politici che mi fanno chiamare per pietire un invito. I nomi, va da sé, non glieli dico». Io non faccio l’educatore, ma il divulgatore - osserva -. Le mamme diranno sempre «stai attenta» e anche io continuo a dirlo». Se «avessi detto qualcosa di sbagliato, avrei chiesto scusa, ma non è così e non esisterà mai un giorno in cui sarà un politico o un collega a dirmi cosa devo dire. Anche Meloni non si è mai permessa».

Valente: servono coscienze attente contro le violenze sulle donne

«Mi auguro che l’attenzione della cronaca e dei media vada oltre questo periodo in cui c'è bisogno di più spazio da dedicare all’argomento. In questo scorcio d’estate abbiamo avuto omicidi efferati e drammatici, violenze e stupri di gruppo. È una cultura che continua a trovare spazio e ad albergare in questo Paese. Mi auguro che si proceda sul lavoro avviato, ho letto le dichiarazioni della presidente e credo che il nodo centrale resti costruire coscienze attente». Lo ha detto Valeria Valente del Pd, entrando in commissione femminicidio a Palazzo San Macuto. Sulle parole dette da Giambruno, «credo siano pericolose e sbagliate in quanto operatore dell’informazione». Lui dovrebbe "aiutare a creare una formazione di coscienze più attente, che non minimizza i comportamenti degli uomini. Serve abbattere il drammatico stereotipo, non basterà l’inasprimento delle pene».

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