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Foggia, confessa l'omicida della tabaccaia: "Non volevo uccidere"

L'uomo fuggito da Foggia è stato bloccato a Napoli. "Rapina finita male"

Dopo l’omicidio si era disfatto degli abiti che indossava mettendoli in un sacchetto e buttandoli per strada durante la fuga. Ma è stato ripreso dalle telecamere di sicurezza e alla fine, individuato e fermato. È durata quasi una settimana la fuga di Redouane Moslli, 43 anni, cittadino marocchino, accusato di avere ucciso a coltellate il 28 agosto scorso durante una rapina Franca Marasco, la titolare 72enne di una tabaccheria di Foggia. L’uomo, individuato e bloccato ieri sera nei pressi della stazione di Napoli, è stato interrogato nel corso della notte dai carabinieri e dal pubblico ministero ed ha confessato ricostruendo vari passaggi di quella mattinata e della fuga. «Si è trattato di una rapina finita in malo modo, poiché non ha saputo gestire la situazione - ha detto poi il suo avvocato, Nicola Totaro - e non aveva alcuna volontà di uccidere la vittima».

Nei suoi confronti la procura di Foggia ha disposto un decreto di fermo con le accuse di omicidio e rapina aggravata. Nei suoi confronti pendeva già un decreto di espulsione per altri reati, mai notificato perchè era irreperibile. Ad incastrarlo, sarebbe stato proprio l’abbigliamento utilizzato durante l’omicidio: una maglia blu, pantaloni neri e canotta ritrovati da carabinieri. Attraverso la visione delle telecamere di videosorveglianza, i carabinieri hanno ricostruito il percorso dell’uomo che era stato visto passare vicino alla tabaccheria con indosso, oltre all’abbigliamento di cui si è disfatto, anche un berretto con visiera ed una mascherina anticovid. Secondo il difensore, l’uomo era arrivato a Foggia l’11 luglio dove alloggiava in un dormitorio comunale e lavorava saltuariamente come bracciante. In quella tabaccheria era stato già altre volte e probabilmente gli sarà sembrato un colpo facile vista l’età della titolare. Quella mattina, però, quando è entrato armato con un coltello, la donna deve avere reagito e lui l’ha uccisa colpendola quattro volte: due alla gola e due all’addome. Poi è fuggito portando via due telefoni cellulari che ha poi ceduto ad un italiano.

«È stata un’indagine molto complessa ma ce l’abbiamo fatta - ha detto il Procuratore di Foggia Ludovico Vaccaro - Ma il risultato positivo non deve farci dimenticare o accantonare i problemi che abbiamo incontrato», come «un sistema di videocamere pubbliche assolutamente insufficiente e non integrato da un sistema privato». «Sotto questo profilo, continua il capo della Procura, la nostra città è insicura e questo agevola il crimine e allo stesso tempo ostacola le indagini. Determina insicurezza e paura nei cittadini e li induce a non collaborare. Occorre assolutamente porre rimedio a questa situazione», ha concluso.

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