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Il padre della bimba morta nell'incidente della Freccia tricolore: "Dove ho sbagliato? Cosa avrei potuto fare per salvarla?"

Un post tratto dal profilo Facebook di Origliasso: Laura Origliasso, morta nell'incidente di Caselle con la famiglia

Una domanda che pesa come un macigno. «Dove ho sbagliato? Cosa avrei potuto fare di diverso per salvare la mia bambina?». Questo ha ripetuto ai medici Paolo Origliasso, insegnante di scuola guida di 48 anni, padre di Laura, la bimba di cinque anni morta ieri nello schianto del un velivolo delle Frecce Tricolori a San Francesco al Campo.

In ospedale, dove è stato portato per le ustioni riportate sul braccio sinistro (venti giorni la prognosi), ha trascorso la notte ripercorrendo gli attimi della tragedia, quando l’auto su cui viaggiava con la famiglia si è ribaltata e ha preso fuoco. E il disperato tentativo di salvare la propria figlia. Paolo è stato dimesso in mattinata ed è subito corso all’ospedale dove è ricoverato l’altro figlio 12enne. L’uomo ha parlato anche con il ministro della Difesa Guido Crosetto, che è in costante contatto con la famiglia.

La moglie, Veronica Vernetto, resta ancora in osservazione, perché, come ha detto Maurizio Berardino, capo dipartimento anestesia e rianimazione della Città della Salute, le ustioni sono più estese e probabilmente richiederanno un intervento di chirurgia plastica. Migliorano invece le condizioni dell’altro figlio della coppia.

Il ragazzo, ricoverato con ustioni che hanno interessato quasi il 30% della superficie corporea, ha cominciato stamani il graduale risveglio dalla sedazione. Le condizioni cliniche del dodicenne sono definite «buone». Per le strade di San Francesco al Campo, dove abitano gli Origliasso e dove tutti conoscono tutti, c'è un silenzio irreale. Il rumore degli aerei è una compagnia costante ma oggi lo scalo di Caselle è chiuso. «Qui - ha dichiarato davanti alle tv un uomo che risiede quasi in prossimità della pista e che ieri è stato uno dei primi a raggiungere il luogo del disastro - abbiamo paura ogni giorno. Penso sempre che se un aereo rompe il motore di sinistra viene addosso a noi».

Nel 1996 un grosso Antonov russo sbagliò la manovra di atterraggio e si schiantò su un cascinale: morirono due coniugi, che stavano lavorando in una stalla, e due membri dell’equipaggio. Dario Barnisio, consigliere comunale di minoranza, che con Paolo giocava a pallone, osserva che «nel 2023 cose del genere non dovrebbero più succedere; sappiamo che la pista è più bassa del paese».

Chi prova a scacciare i vecchi fantasmi è il sindaco, Diego Coriasco: «Questo non è il momento delle polemiche ma del dolore e del cordoglio. Siamo una comunità fortemente provata». Sul luogo della tragedia qualcuno ha deposto un mazzo di fiori bianchi. «Laura veniva spesso qui, era sempre sorridente», dice Stefano Masera davanti al bar della moglie, Nadia Albertazzi, che fra le lacrime aggiunge: «Le facevo sempre i complimenti perché era una molto alta per la sua età. Lei era molto contenta, sorrideva sempre mentre mangiava il suo ghiacciolo preferito all’arancio». «È un momento drammatico per tutti - afferma la coordinatrice didattica della scuola dove andata Laura, Marzia Remondino - Laura era una brava bimba, serena. Sicuramente faremo qualcosa per ricordarla». Coriasco ha annunciato che il giorno del funerale sarà proclamato il lutto cittadino.

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