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Migranti, la Francia si blinda: anche con mezzi anti terrorismo

L’elicottero della Douane che sorvola i varchi e i valichi di frontiera con l’Italia, i droni per arrivare sulle creste di roccia che nascondono sentieri impervi, camionette della Géndarmerie e della Police nationale che scendono ai varchi di Ponte san Ludovico, lungo il mare e Ponte san Luigi, sotto la collina dopo aver lasciato agenti e riservisti alla stazione di Menton Garavan. Confine di Stato Ventimiglia-Mentone: la Francia, che non può sospendere il trattato di Schengen, proroga ancora una volta il ripristino dei controlli alle frontiere interne considerando che la pressione migratoria che si sta verificando in Italia possa diventare una "minaccia" per i propri confini. Così, oltre alla Police nationale e alla Gendarmerie arrivano sui sentieri della Val Roja i membri della Mission Vigipirate (acronimo di Vigilance et protection del installations contre le risque d’attentat terroriste à l’éxplosif, ndr), le 'sentinellè antiterrorismo nate per proteggere la Francia da qualsiasi aggressione. Ora, magari con l’ausilio dei droni e dei cani Malinois, dovranno cercare i profughi che tentano il tutto per tutto inerpicandosi di notte su terrificanti viottoli a strapiombo sull'asfalto. I Vigipirate vengono chiamati gli Chasseurs del Alpes, i cacciatori delle Alpi: «Lavorano per proteggere i nostri confini» dice sorridendo una donna che fa benzina a 1euro e 90 cent sulla Route Menton Garavan. Intanto sul territorio francese, vicino alla zona di pont St. Louis si lavora alla struttura di 'identificazionè che servirà a trattenere nelle ore serali i migranti irregolari individuati sul versante francese del confine e che verranno riaccompagnati in Italia la mattina dopo. A parte questo, alla frontiera di Ponte San Ludovico, quella che fila parallela al mare e che porta a Mentone, tutto scorre come sempre. Di qua la polizia italiana, di là la Géndarmerie, la caserma di Pont St. Louis dove si fa spazio al centro di identificazione. I furgoni della Police nationale scendono dalla stazione di Menton Garavan dove i controlli si sono fatti più pressanti. Il rumore sordo dell’elicottero della Douane francese che sorvola la zona completa il quadro. Ma sembra uno spreco di risorse inutile, perché i francesi sanno benissimo che di giorno, sui sentieri che portano dall’Italia alla Francia, di migranti non ce ne sono.

«Penso che in Francia, nonostante il rafforzamento dei controlli, i migranti alla spicciolata continuino a passare. Lo dimostra il fatto che a Ventimiglia non si vedono migliaia di persone accampate come nell’estate del 2015, quando la stazione ferroviaria era invasa di profughi. Mi sembra che il braccio di ferro del governo francese abbia più un significato mediatico, per tranquillizzare i cittadini, ma nel concreto penso sia impossibile fermare i migranti». La signora che compra i giornali nel supermarket di Ponte san Ludovico parla sottovoce perché il posto è pieno di francesi che comprano sigarette e liquori visto che in Italia costano meno. Solo un cittadino francese si accorge che si parla di migranti e liquida la questione con un insulto all’indirizzo degli italiani. L’altra faccia della medaglia è Ventimiglia dove a oggi i migranti presenti sono circa 400. E cosa ne pensano i profughi di tutto questo? «Hanno ben compreso che sono aumentati i controlli - ha detto Jacopo Colomba di We World - ma loro hanno vissuto frontiere molto più traumatiche di questa. Hanno capito che c'è più polizia ma non vivono questa cosa come un trauma eccessivo. Dalle prime testimonianze che ci hanno fornito comprendono che ci vorrà più di un tentativo per passare e il turn over sarà più lento ma alla fine passeranno». Resta un dubbio: che i passeur possano aumentare i prezzi. Tarek è uno dei passeur che sta da anni davanti alla stazione ferroviaria di Ventimiglia. «Aumentare i prezzi? no, per adesso no. Ma se aumenta il mercato è ovvio che aumenta anche il prezzo».

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