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Nuovi Cpr per i migranti: entro due mesi il piano per l'apertura. Regioni ed enti locali attaccano il governo. Ne sarà previsto uno per ogni regione

Attualmente in Italia i Centri di permanenza per il rimpatrio sono in totale 9, escluso quello di Torino che è chiuso per ristrutturazione. Sono distribuiti in sette regioni (Puglia, Sicilia, Lazio, Basilicata, Friuli Venezia-Giulia, Sardegna e Lombardia) e hanno una capacità di 619 post

Dovrebbe essere pronto nel giro di un paio di mesi il piano per la costruzione di nuovi Centri di permanenza e rimpatrio che ha avuto ieri il via libera del Consiglio dei ministri.
I centri attualmente in funzione sono 10: considerato che l’obiettivo tendenziale - ribadito stamane dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi - è di averne almeno uno per ogni regione, il loro numero va di fatto raddoppiato. Di fronte all’aumento della pressione migratoria e alla necessità di garantire un maggior numero di espulsioni ("ce lo chiede anche l’Europa», ha ricordato stamattina il titolare del Viminale) da alcune settimane era già in atto la valutazione di strutture adatte allo scopo ma ora il coinvolgimento della Difesa, con il ruolo operativo affidato al Genio militare, impone una accelerazione dei tempi. I nuovi Cpr dovrebbero sorgere in zone «scarsamente popolate e facilmente sorvegliabili».

In Italia i Centri di permanenza per il rimpatrio sono in totale 9, escluso quello di Torino che è chiuso per ristrutturazione. Sono distribuiti in sette regioni (Puglia, Sicilia, Lazio, Basilicata, Friuli Venezia-Giulia, Sardegna e Lombardia) e hanno una capacità di 619 posti. Secondo i dati forniti dal Garante dei detenuti - e aggiornati a ieri - al momento gli ospiti in totale sono 592, di cui 587 uomini e 5 donne (tutte nel centro di Ponte Galeria a Roma, che è l’unico con una sezione femminile) . L’unica struttura sovraffollata è quella di Trapani, dove al momento si contano 110 migranti su una capienza di 108 posti. Di seguito i dettagli per ogni Cpr in Italia:

Cpr (ospiti e capienza)

- BARI: 54 (54)
- BRINDISI: 13 (14)
- CALTANISSETTA: 35 (36)
- ROMA: 115 (117)
- PALAZZO SAN GERVASIO (POTENZA): 86 (92)
- TRAPANI: 110 (108)
- GRADISCA (GORIZIA): 89 (100)
- MACOMER (NUORO): 45 (50)
- MILANO: 45 (48)

Giani, presidente Regione Toscana: "Non darò l'ok a nessun Cpr in Toscana"

«Non darò l’ok a nessun Cpr in Toscana. Si stanno prendendo in giro gli italiani perché il problema dell’immigrazione è come farli entrare e accoglierli, non come buttarli fuori». Così il governatore toscano Eugenio Giani che si chiede: «Cosa c'entra il Cpr come risposta ai flussi emergenziali?» «Se arrivano questi immigrati con i tormenti, le violenze e le sofferenze che hanno subito la risposta che dai è 'faccio i Cpr' cioè luoghi per buttarli fuori? Prima rispondi a come integrarli e accoglierli, dar lor da mangiare e dormire. Poi parli anche di quei casi isolati nei quali poter prevedere la lunghissima procedura di rimpatrio». «Il problema è l’accoglienza, mica buttarli fuori - ha poi ribadito Giani a margine di una conferenza in Regione Toscana -. Il problema è come accoglierli e integrarli. Stanno arrivando da Lampedusa e l’iniziativa innovativa e straordinaria del Governo è il Cpr. Si capisce che le risposte devono essere date su come si accolgono e non su come si buttano fuori?». Secondo gli ultimi dati, aggiornati al 13 settembre, le presenze di migranti in Toscana sono 8.254, di cui 7.053 adulti, 144 minori non accompagnati e 1.057 ucraini. A metà maggio 2023, risultavano in Toscana 6.092 migranti, di cui 4.959 adulti, 67 minori e 1.066 ucraini.

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