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Cara bimba, la prossima volta dici la verità e soprattutto lascia stare la pesca

Sono circa quattrocento gli emendamenti al nuovo contratto di servizio della Rai che la commissione di vigilanza sta esaminando per rendere il parere al ministero prima della fine di settembre. Fra le varie proposte e le diverse sfumature, sostanzialmente la maggioranza al governo vuole che la Rai si impegni a dare «una rappresentazione positiva dei legami familiari secondo il modello di famiglia indicato dall’articolo 29 della Costituzione», l’opposizione punta al «rispetto verso la diversità di genere e di orientamento sessuale». In questo panorama, c’è una nota catena di supermercati che si è portata avanti con lo spot della pesca, con la e aperta, intesa come frutto, che così è diventata più divisiva del pomo della discordia.
Per chi non avesse visto la réclame, la pesca, vera protagonista dello spot, viene acquistata da una mamma su suggerimento della figlia piccola, che poi la consegna al padre, dicendogli che è da parte della mamma. Il messaggio non è tanto subliminale, perché fa chiaramente intendere tutto il desiderio della figlia di una coppia separata di far riavvicinare i genitori e, qui, le polemiche hanno preso il via, con chi applaude alla réclame perché mostra una famiglia reale e non da Mulino Bianco, chi critica la strumentalizzazione del sentimento infantile, chi ritiene che ingeneri sensi di colpa nei genitori separati. Anche il sindacato produttori cocomeri stava protestando sulla scelta del frutto, prima di rendersi conto che l’anguria non entrava nello zaino della bambina, mentre l’associazione distributori di banane si è rinchiusa in un dignitoso silenzio, conscia della inappropriatezza del proprio prodotto. Dal canto proprio, la catena di supermercati, sostiene di aver voluto porre l’accento «sull’importanza della spesa, che non viene vista solo come un acquisto, ma descritta come qualcosa che ha un valore più ampio». E si capisce che la spesa ha un valore e i protagonisti dello spot sono abbienti, visto che sono andati in un supermercato ad acquistare un frutto che a settembre è ormai al termine della sua stagione migliore, mentre se avessero seguito il consiglio del ministro dell’Agricoltura e l’avessero acquistato direttamente dal produttore avrebbero risparmiato. Prescindendo, però, dalle interpretazioni dello spot provenienti dalle varie parti politiche, a nostro giudizio, il vero aspetto che lascia perplessi sotto il profilo educazionale è che la bambina usi un espediente e dica una bugia, sia pure per dare spazio al suo desiderio di vedere i genitori riuniti. Cara bimba, magari, la prossima volta, dici la verità, ma soprattutto, lascia stare la pesca e prova con un frutto della passione.

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