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Assegno mensile alle Olgettine, la famiglia Berlusconi dice stop

Silvio Berlusconi

Niente più mensile per le "Olgettine", che ogni mese hanno ricevuto 2.500 euro da Silvio Berlusconi che così intendeva risarcirle, disse, dai danni che avevano subito alla loro reputazione per essere state coinvolte nei vari processi Ruby. Lo si legge oggi su Il Corriere della Sera.

Durante una delle udienze del primo processo Ruby, nel quale fu assolto come poi è avvenuto anche nel Ruby ter, Berlusconi disse che a ciascuna delle ragazze che erano state ospiti di Villa San Martino aveva assegnato 2.500 euro al mese come aiuto per i danni di immagine e lavorativi legati a indagini e processi. Alla morte del Cavaliere - scrive il quotidiano milanese - la famiglia ha bloccato i versamenti a tutte le Olgettine.

I legali del caso Ruby ter: "Le ragazze non hanno saldato il conti"

Dall’udienza preliminare all’assoluzione del Tribunale del caso Ruby ter le udienze sono state 94. Sette anni di lavoro non solo per i magistrati ma anche per i difensori delle giovani ospiti delle serate ad Arcore molti dei quali sono rimasti a bocca asciutta: non hanno visto un euro di parcella. C'è malumore misto a una presa d’atto o rassegnazione per aver lavorato gratis tra le file degli avvocati delle cosiddette "Olgettine" che più di 10 anni fa hanno animato le feste nella residenza di Silvio Berlusconi.

La generosità dell’ex premier aveva garantito loro la copertura economica non solo per condurre una vita agiata ma anche per onorare le spese legali. Ma ora, scomparso lui, la famiglia sta 'tagliando i viverì. Sono arrivate le lettere di "sfratto" per le ragazze che erano state sistemate dal Cavaliere, con un contratto di comodato gratuito, in ville ed appartamenti e sono stati sospesi gli ultimi vitalizi, 2500 euro mensili, di cui solo alcune beneficiavano ancora: già il 29 dicembre 2013 con una lettera affettuosa ma identica per tutte le aveva congedate spiegando che si trovava costretto a 'chiudere i rubinettì.

E tutto ciò con risvolti anche sul compenso degli avvocati che, eccetto alcuni che fanno parte del gruppo storico incaricato di seguire l'ex capo del Governo, non sono stati pagati. Per questo sono state avviate anche azioni giudiziarie volte al «recupero crediti» nei confronti di coloro che, finite nella bufera delle indagini, hanno preso le distanze e, con alle spalle una famiglia benestante, si sono rifatte una vita.

Altri avvocati allargano le braccia, perché la loro cliente «non ha più niente. Cosa vuole che faccia? Pazienza», dice uno. «Finito il processo con l’assoluzione ci saremmo aspettati gratitudine da tutti - aggiunge un altro - e, invece, nulla. Quando la mia assistita è venuta da me con il suo compagno per l'incarico, mi aveva detto che, una volta risolto il problema, il presidente si sarebbe fatto carico delle spese. Ma non è andata così».

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