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La tela del Papa per la pace, telefonata con Raisi. E all'Angelus dice: "'In nome di Dio, fermate la guerra"

Il Papa ha sentito il presidente iraniano Raisi. La conversazione, riferiscono dal Vaticano, è avvenuta nel pomeriggio su richiesta del presidente dell’Iran. Al centro del colloquio il conflitto in Medio Oriente. Non è il primo contatto tra la Santa Sede e l’Iran, dopo lo scoppio della guerra tra Israele e Hamas. Nei giorni scorsi mons. Paul R. Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati, aveva avuto un colloquio con Hossein Amir-Abdollahian, ministro degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran. In quella conversazione la Santa Sede aveva espresso la sua preoccupazione per quanto sta accadendo in Israele e in Palestina, ribadendo l’assoluta necessità di evitare di allargare il conflitto.

Il timore di un allargamento del conflitto è stato espresso oggi anche da Papa Francesco all’Angelus. Secondo fonti iraniane Ebrahim Raisi avrebbe sottolineato che "le brutali atrocità del regime sionista a Gaza rappresentano il più grande genocidio dell’intero secolo e un crimine contro l'umanità». L’agenzia iraniana Irna attribuisce anche una dichiarazione al Papa, pronunciata nel corso della telefonata: "Come leader dei cattolici mondiali, faccio del mio meglio per fermare gli attacchi e prevenire ulteriori uccisioni di donne e bambini a Gaza». Papa Francesco oggi aveva lanciato un nuovo appello per un cessate il fuoco in Israele e Palestina. Quella pronunciata dal Pontefice all’Angelus oggi è risuonata come una vera e propria supplica: «Tantissime persone hanno perso la vita. Vi prego di fermarvi in nome di Dio: cessate il fuoco!».

Poi il Papa ha appunto chiesto di percorrere «tutte le vie perché si eviti assolutamente un allargamento del conflitto». Il pensiero è fisso alla grave situazione a Gaza e agli ostaggi ancora detenuti da Hamas. «Si possano soccorrere i feriti e gli aiuti arrivino alla popolazione di Gaza dove la situazione umanitaria è gravissima. Si liberino subito gli ostaggi. Tra di loro ci sono anche tanti bambini: che tornino alle loro famiglie. Pensiamo ai bambini, a tutti i bambini coinvolti in questa guerra come anche in Ucraina e in altri conflitti: così si sta uccidendo il loro futuro». Papa Francesco ha quindi concluso: "Preghiamo perché si abbia la forza di dire basta». I bambini sono dunque le prime vittime di questa sanguinosa guerra. Lo sottolinea anche il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton: «Le parole del Papa mi hanno fatto pensare innanzitutto all’evento di ieri qui, a Gerusalemme, dove i bambini pregavano per la pace». Insieme, israeliani e palestinesi, cristiani e musulmani. «Mi ha colpito molto la preghiera di una bambina di 5 anni, che pregava, preoccupata, per il suo papà. Questa paura segnerà non solo la sua infanzia, ma probabilmente l’intera vita», ha detto Patton ai media vaticani. E proprio i bambini saranno al centro dell’evento di domani pomeriggio in Vaticano: in settemila da tutto il mondo incontreranno il Pontefice per raccontargli le loro paure ma soprattutto i loro sogni.

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