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Abusi nel lager libico, storia di una migrante 17enne violentata prima di sbarcare in Italia

Ha solo 17 anni e già conosce l'orrore dello stupro. E’ una ragazzina etiope ed è sbarcata stamattina con altre 117 migranti a Brindisi dalla nave Life support di Emergency. La diciassettenne ha raccontato ai medici che l’hanno visitata le violenze sessuali e psicologiche subite nei centri di permanenza in Libia. E poi ha aggiunto: «Ora sono salva». Temeva di essere incinta, ma le visite mediche lo hanno fortunatamente escluso. È l’unica donna arrivata a Brindisi dopo essere stata soccorsa su uno dei due barchini sui quali viaggiavano i migranti, intercettati nei giorni scorsi nel Mediterraneo, in zona Sar maltese, dopo essere partiti da Bengasi, in Libia. Appena è scesa dalla nave l’equipaggio della ong l’ha consegnata ai medici dell’Asl di Brindisi che l’hanno visitata offrendole anche un sostegno psicologico. La ragazzina sta bene e presto sarà trasferita in una struttura in provincia di Brindisi insieme ai tre minori non accompagnati che erano con lei. Altri tre migranti, invece, si trovano in ospedale per accertamenti. I 118 migranti provengono da Eritrea, Etiopia, Sudan, Bangladesh, Pakistan, Siria, Egitto e dalla martoriata Palestina. Si aggiungono ai 583 sbarcati nelle ultime 24 ore a Lampedusa dove in un giorno si sono verificati 12 approdi. L'hotspot dell’isola è affollato, ma non ingolfato: ci sono 362 migranti (79 sono i minorenni non accompagnati) che nelle prossime ore saranno trasferiti in altri centri di accoglienza.

Proprio ieri sera, a Lampedusa, si sarebbe verificato un incidente che avrebbe provocato la morte di due migranti, caduti in mare e dispersi. A raccontarlo ai militari della motovedetta Cp281 della Guardia costiera che hanno soccorso un barchino di 6 metri, sono stati 67 somali, gambiani e ivoriani che erano a bordo del natante e che hanno iniziato il viaggio da Sfax in Tunisia, pagando 1.500 dinari tunisini a testa. Un’altra barca in metallo, invece, è affondata a poca distanza da Lampedusa con 40 persone a bordo: 39 (tra eritrei e sudanesi) sono state salvate, un 29enne è morto. L’imbarcazione di 7 metri era partita da Al Amra, in Tunisia, a mezzogiorno di venerdì. Un dettaglio questo non di poco conto perché tutti gli ultimi barchini soccorsi al largo di Lampedusa sono partiti da Sfax e uno da Madia. Questo significa che dopo settimane di stop dei viaggi dalla Tunisia, adesso la rotta è tornata attiva. Sulle barche viaggiano prevalentemente gambiani, guineani, ivoriani, senegalesi e malesi che pagano da 1.200 a 4mila dinari tunisini. Il flusso sembra inarrestabile. Nel pomeriggio di oggi c'è stato un nuovo soccorso nel Mediterraneo: i volontari della Geo Barents hanno prelevato da un gommone 81 persone (incluse donne e 25 bambini). Ora sono tutti al sicuro sulla nave di Medici senza frontiere.

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