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Via libera in Cdm al riordino delle valutazioni delle toghe. Magistrato giudicato non positivo? Stop aumento di stipendio

Il Consiglio dei ministri, a quanto si apprende, ha approvato due decreti legislativi in materia di ordinamento giudiziario. Il primo, in attuazione della legge delega, riguarda la disciplina dell’accesso in magistratura e le valutazioni di professionalità dei magistrati. Il secondo introduce una stretta alla disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili.

Magistrato valutato non positivo? Stop aumento stipendio

In caso di valutazione non positiva o negativa di un magistrato, si riducono le ipotesi di dispensa dal servizio, prevedendo comunque penalizzazioni economiche e di carriera. E’ quanto previsto in uno dei decreti legislativi per la riforma dell’ordinamento giudiziario approvato dal Consiglio dei ministri. Attualmente, dopo una valutazione negativa, per non essere escluso dalla magistratura occorreva per il magistrato avere obbligatoriamente una valutazione positiva. Con la riforma, ora può esserci anche una valutazione non-positiva (che è diversa da negativa): in questo caso il magistrato rimane in magistratura, è rivalutato dopo un anno e perde aumento di stipendio e progressione di carriera.

Toghe fuori ruolo solo dopo 10 anni di servizio

"Paletti" per il collocamento fuori ruolo dei magistrati: non potranno essere collocati fuori ruolo prima del decorso di dieci anni di effettivo esercizio della giurisdizione e, fatti salvi incarichi presso istituzioni di particolare rilievo, sono necessari tre anni di esercizio prima di un nuovo collocamento fuori ruolo se il primo incarico ha avuto una durata superiore a cinque anni. Lo prevede uno dei due decreti approvato in Cdm. Viene inoltre codificato il principio della necessaria sussistenza di un interesse dell’amministrazione di appartenenza per consentire l’incarico fuori ruolo. Viene ridotto il numero massimo di magistrati collocati fuori ruolo: 180 per la magistratura ordinaria.

Niente test psicoattitudinali per i magistrati nei decreti

Niente inserimento dei test psico-attitudinali per l’ingresso in magistratura nei decreti legislativi approvati oggi dal cdm. L’ipotesi era emersa in mattinata durante la riunione preparatoria del Consiglio dei ministri ma non ha poi trovato posto nei testi.

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