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Tumori, trovata la chiave che potrebbe prevenire il tumore al seno

Un test del sangue fa una diagnosi precoce su 18 tipi di cancro che colpiscono uomini e donne

È stata trovata la chiave che potrebbe portare a nuove cure per il tumore al seno e perfino a prevenirlo: è una proteina che provoca la morte delle cellule malate prima che completino il processo di trasformazione in cellule tumorali. La protiena agisce attraverso un processo infiammatorio che mobilita in massa anche le difese immunitarie, rendendo loro più facile riconoscere ed eliminare le cellule danneggiate. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature, potrebbe aiutare a sviluppare trattamenti che abbiano come obiettivo proprio questa proteina, chiamata Mre11. La ricerca è stata coordinata dall’Università americana del North Carolina a Chapel Hill. Ogni volta che una cellula tumorale si divide, subisce danni al proprio Dna. Queste cellule danneggiate sono solitamente percepite come minacce dall’organismo, che attiva un 'sensorè del Dna rovinato, chiamato cGAS, in grado di chiamare a raccolta le cellule del sistema immunitario per scovare ed eliminare il problema. Nel 2020, però, si è scoperto che questo sensore viene 'rinchiusò, si trova cioè in uno stato sempre disattivato per impedirgli di scatenare risposte infiammatorie a meno che non sia assolutamente necessario. I ricercatori guidati da Min-Guk Cho e Rashmi Kumar hanno quindi cercato la chiave che consente a cGAS di liberarsi dalla sua 'prigionè, trovandola nella proteina Mre11. In questo modo hanno anche scoperto che, interagendo tra loro, il sensore e la proteina-chiave danno inizio a una forma specializzata di morte cellulare chiamata necroptosi: a differenza di altre forme di morte cellulare, la necroptosi innesca anche la risposta infiammatoria, e dunque attiva il sistema immunitario che riesce così a individuare le cellule tumorali o quelle che stanno per diventare tali.

Un test del sangue fa una diagnosi precoce su 18 tipi di cancro che colpiscono uomini e donne

Verso un "test diagnostico a ampio spettro" basato su un prelievo (e su 10 proteine specifiche per lui e per lei), in grado di individuare 18 diversi tipi di cancro in fase iniziale, che rappresentano tutti i principali organi del corpo umano. È la promessa che arriva da uno studio pubblicato sulla rivista BMJ Oncology e condotto da Ashkan Afshin della Novelna Inc di Palo Alto, California.

I risultati potrebbero dare il via a una nuova generazione di test di screening per la diagnosi precoce dei tumori, soprattutto perché esistono molte differenze sesso-specifiche nel cancro, tra cui l’età di insorgenza, i tipi di cancro e le alterazioni genetiche.

Il cancro causa un decesso su 6 nel mondo, con quasi il 60% di questi decessi per tumori per cui non esiste un test di screening. Inoltre, anche i test di screening esistenti presentano notevoli svantaggi, tra cui invasività, costo e bassi livelli di precisione per le malattie allo stadio iniziale.

I ricercatori hanno raccolto campioni di plasma da 440 persone con diagnosi di 18 diversi tipi di cancro prima del trattamento e da 44 donatori di sangue sani. Hanno quindi misurato più di 3000 proteine fortemente associate ai tumori, utilizzando una tecnologia che impiega anticorpi. In una prima fase hanno fatto il rilevamento della firma biologica di qualsiasi cancro, poi l’identificazione del tessuto di origine e i sottotipi di cancro. Infine gli esperti hanno selezionato un pannello di 10 proteine specifiche per uomo e donna in grado di discriminare tra i pazienti oncologici e le persone sane.

Queste firme proteiche differiscono significativamente tra uomini e donne e sono probabilmente specifiche per tutti i tipi di cancro. Queste proteine sono in grado di rilevare malattie di stadio I-III e tutti i tipi di cancro, ma sono particolarmente efficaci nel rilevare malattie allo stadio iniziale. Hanno identificato il 93% dei tumori di stadio 1 tra gli uomini e l'84% tra le donne, con pochissimi falsi negativi e falsi positivi. Un pannello di 150 proteine è stato in grado di identificare il tessuto di origine della maggior parte dei tumori in oltre l’80% dei casi. Lo studio, concludono gli esperti, evidenzia che piccole quantità di proteine nel sangue sono indicative di malattie precancerose e allo stadio iniziale prima che un tumore abbia ancora un impatto sistemico sostanziale

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