Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Strage di Erba, la difesa di Rosa e Olindo: “Confessioni dettate da deficit cognitivi”

Non solo piste alternative come la faida tra gruppi di spacciatori come movente dell’eccidio di Erba e la confutazione di prove scientifiche come la macchia di sangue di una delle vittime trovata sul battitacco dell’auto di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva all’ergastolo per la strage di Erba.

Nell’aula della Seconda sezione della Corte d’appello di Brescia, il primo marzo, quando sarà discussa l’istanza di revisione della sentenza dei coniugi si tratterà anche una "nuova prova», ottenuta dai loro legali su come le confessioni che definiscono «false», di Olindo e Rosa poi ritrattate, possano essere state determinate da disturbi cognitivi e psicologici.
Per spiegare come i coniugi si siano inizialmente addossati la responsabilità dell’omicidio di quattro persone (Raffaella Castagna, il figlio di due anni Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini) e del ferimento grave di una quinta (Mario Frigerio, marito di Valeria), i legali alla richiesta di revisione hanno allegato elaborati di esperti che hanno «rilevato disturbi psicopatologici in Olindo e Rosa e deficit cognitivi importanti in Rosa». Elementi non valutati nei precedenti processi e che, invece, costituiscono una «nuova prova» ottenuta con una «consulenza multidisciplinare».
Per gli esperti degli avvocati della coppia, per la quale i legali chiedono l’annullamento dell’ergastolo, Rosa, con un quoziente intellettivo di 58, è «una persona vulnerabile a causa di una disabilità intellettiva (altrimenti nota come ritardo mentale) che coinvolge lo sviluppo di tutte le funzioni cognitive, comprese le funzioni cognitive necessarie per permettere al soggetto di produrre valide dichiarazioni».
Anche a Olindo «sono stati riscontrati importanti aspetti psicopatologici disfunzionali» e quindi era a sua volta «un soggetto inidoneo a rendere dichiarazioni valide nel contesto in cui queste sono avvenute, poiché è risultato avere un profilo di personalità acquiescente, con un’abnorme tendenza alla credulità e con scarso senso di autoefficacia e, quindi, con una forte tendenza ad adeguarsi alle richieste e a credere a quanto gli viene prospettato anche se irrealistico». Per questo sono viziate le loro confessioni, discordanti tra di loro in numerosi aspetti. Non possono essere loro gli autori del massacro, per la difesa.
Ieri i coniugi dalle loro celle avevano fatto pervenire una lettera al direttore di Tg1. Gian Marco Chiocci. «Se la sono presa con due persone che non sapevano come difendersi, che all’inizio hanno avuto un avvocato d’ufficio che durante gli interrogatori è stato quasi sempre zitto - hanno scritto -. È troppo brutto far uscire la verità che può trattarsi di criminali che hanno fatto tutto questo per la droga?».
Inoltre tra i testimoni che rientrano nella richiesta di revisione del processo vi è anche la testimonianza di un tunisino, Abdi Kais, che afferma come nell’ordinanza di custodia cautelare che lo portò in carcere per droga mancavano delle intercettazioni effettuate anche nella casa del massacro.

Caricamento commenti

Commenta la notizia