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Papa Francesco: quando ero in ospedale qualcuno sperava in un conclave, ma non ho mai pensato alle dimissioni

Papa Francesco

«Quando in Vaticano arrivò la prima dose, io mi prenotai subito e poi feci anche i richiami e, grazie a Dio, non fui mai contagiato». Lo afferma Papa Francesco in «Life - la mia storia nella Storia» la sua autobiografia scritta con Fabio Marchese Ragona, vaticanista Mediaset e suo amico personale. Il Pontefice, si legge nel volume - in uscita il 19 marzo per Harper-Collins e di cui Il Corriere della Sera è il primo quotidiano al mondo a poterne anticipare degli stralci - non ha mai contratto il Covid ma è stato ricoverato in ospedale più volte per altri motivi.

Bergoglio ha quindi notato, durante i suoi ricoveri, «qualcuno era più interessato alla politica, a fare campagna elettorale, pensando quasi a un nuovo conclave. State tranquilli, è umano, non c'è da scandalizzarsi! Quando il Papa è in ospedale, di pensieri se ne fanno molti, e c'è anche chi specula per proprio tornaconto o per guadagno sui giornali», afferma Francesco. «Per fortuna - continua - nonostante i momenti di difficoltà, non ho mai pensato alle dimissioni».

Dopo la rinuncia di Benedetto XVI mi ha «addolorato vedere, negli anni» come la figura di Papa emerito «sia stata strumentalizzata con scopi ideologici e politici da gente senza scrupoli che, non avendo accettato la sua rinuncia, ha pensato al proprio tornaconto e al proprio orticello da coltivare, sottovalutando la drammatica possibilità di una frattura dentro la Chiesa». Lo afferma Papa Francesco in «Life - la mia storia nella Storia» la sua autobiografia scritta con Fabio Marchese Ragona, vaticanista Mediaset e suo amico personale.
Per evitare questa deriva, si sottolinea nel libro, Francesco va subito a trovare Benedetto a Castel Gandolfo. «Decidemmo insieme che sarebbe stato meglio che non vivesse nel nascondimento, come aveva inizialmente ipotizzato, ma che vedesse gente e partecipasse alla vita della Chiesa. Purtroppo servì a poco, perchè le polemiche in dieci anni non son mancate e hanno fatto male a entrambi». L’autobuografica è in uscita il 19 marzo per Harper-Collins. Il Corriere della Sera è il primo quotidiano al mondo a poterne anticipare degli stralci.

In «Life - la mia storia nella Storia» si ripercorre 88 anni di vita di Bergoglio, dalle origini italiane ("il piemontese è stata la mia prima lingua madre"), ai racconti dei parenti sulla prima Guerra Mondiale, ai ricordi dei film italiani guardati nel dopoguerra, ma Francesco racconta anche della sua giovinezza in parallelo con gli eventi della storia: le atomiche su Hiroshima e Nagasaki ("l'uso dell’energia atomica per fini di guerra è un crimine contro l’uomo, contro la sua dignità e contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune. E’ qualcosa di immorale!"). Bergoglio ripercorre anche i suoi anni in seminario ("ebbi anche una piccola sbandata") e quelli da gesuita nei quali avrebbe voluto fare il missionario in Giappone, ma non gli fu permesso a causa delle condizioni di salute ("Se mi avessero mandato in quella terra di missione, la mia vita avrebbe imboccato una strada diversa; e magari qualcuno in Vaticano sarebbe stato meglio di adesso").
E ancora: Bergoglio ricorda il golpe in Argentina ("fu un genocidio generazionale") e le accuse contro di lui ("la vendetta di qualche sinistrino che invece sapeva quanto mi fossi opposto a quelle atrocità"), l’esilio a Cordoba per punizione, il voto fatto nel 1990 di non guardare più la televisione.

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