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Evirato dalla ex, i giudici: "Valutare se il danno è permanente"

E' necessario stabilire se i danni all’organo sessuale, riattaccato con una complessa operazione chirurgica, siano permanenti, determinando con ciò l’incapacità di procreare, oppure solo temporanei.

Sarà necessaria una nuova perizia sulla parte amputata per arrivare al giudizio nel caso di un 45enne etiope evirato dalla ex moglie, nell’agosto scorso a Marghera (Venezia), mentre questi tentava un approccio. Oggi era attesa la sentenza del processo, dove la donna, una 35enne connazionale della vittima, è accusata di lesioni volontarie gravissime.

Ma secondo i giudici - riferisce il sito del Corriere del Veneto - è necessario stabilire, anche per l'eventuale quantificazione della condanna, se i danni all’organo sessuale, riattaccato con una complessa operazione chirurgica, siano permanenti, determinando con ciò l’incapacità di procreare, oppure solo temporanei.

Un elemento sollevato già dal pm, che sulla base di una perizia medico legale, aveva sostenuto vi fosse una elevata probabilità che il pene dell’uomo avesse perso funzionalità. La donna aveva sostenuto di aver reagito ad un tentativo di violenza dell’ex coniuge durante il tentativo di violenza del 45enne. Tuttavia, il giorno dopo, sulla base delle testimonianze raccolte dagli investigatori, era stata tratta in arresto per tentato omicidio. Nel corso del processo, anche il suo difensore non aveva più sostenuto l’ipotesi della legittima difesa, puntando più su uno stato «di incoscienza» nel corso del quale la donna si sarebbe armata del coltello da cucina per ferire intenzionalmente l’ex marito.

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