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Suviana, recuperato l'ultimo disperso: salgono a sette le vittime. Il primo "indiziato" per la strage è l'alternatore

L’ex tecnico di Enel Green Power interviene anche sul tema dei subappalti: "Aggiungo che anche tutti i discorsi sui subappalti hanno pochissimo senso. Le persone chiamate da altre ditte sono esperti conosciutissimi"

È stato recuperato il corpo dell’ultimo lavoratore disperso nell’esplosione della centrale idroelettrica di Bargi al lago di Suviana, in provincia di Bologna. Non è stato ancora ufficialmente identificato, ma all’appello mancava il 68enne napoletano Vincenzo Garzillo.

Sale così a sette morti il tragico bilancio dell’esplosione alla centrale di Suviana a Bargi sull'Appennino bolognese. Con la salma di oggi, gli altri sei lavoratori, due ritrovati ieri e gli altri tre il giorno dell’esplosione, martedì scorso, sono: Vincenzo Franchina, 36 anni, di Sinagra (Messina), Pavel Petronel Tanase, nato in Romania, di Settimo Torinese (Torino), 45 anni, e Mario Pisani, nato a Taranto e residente a San Marzano di San Giuseppe (Taranto), di 73 anni.

Ieri sono stati trovati anche i corpi di Adriano Scandellari, 57 anni, di Padova, Paolo Casiraghi, 59enne di Milano, e Alessandro D’Andrea, 37enne originario di Forcoli (Pisa).

È, invece, fuori pericolo di vita Jonathan Andrisano, l’operaio di 35 anni, ricoverato in rianimazione al Sant'Orsola di Bologna, ferito dopo l’esplosione della centrale idroelettrica di Bargi, come fa sapere l’ospedale.

Intanto sul fronte delle indagini: «Ci potrebbe essere stato un problema all’alternatore. Si potrebbe essere sbilanciato. Parliamo di una macchina di 140-150 tonnellate di peso, che va a 370 giri al minuto, circa 5 giri al secondo. Questo potrebbe aver divelto una parte della struttura rompendo anche i cuscinetti. I cuscinetti sono l’unico punto di tutta la centrale in cui c'è olio. Serve per lubrificare, togliere attrito ad una struttura così grande che gira di continuo. L’incendio sarebbe potuto partire da lì». E’ una delle ipotesi sulle cause dell’incidente nella centrale di Suviana avanzate da Giovanni Toffolo, fino a due anni fa commissioning manager del team di Enel Green Power, lo stesso coinvolto dalla tragedia della centrale idroelettrica. L’uomo lavorava anche con il team di Scandellari, Busetto e Bellabona, tre delle vittime.

«Non ero lì - premette, intervistato dal Corriere del Veneto - quindi le mie sono solo ipotesi. Ci ho pensato e ripensato perché loro erano i miei compagni di lavoro, persone preparatissime. Mi sono fatto un’idea, ma naturalmente è una riflessione personale». Uno 'sblianciamentò dell’alternatore, osserva Toffolo - che tende ad escludere invece una rottura della turbina - , «non è una cosa banale, visto il peso della macchina. Evitarlo? È possibile solo con il monitoraggio. Se i sensori che misurano le vibrazioni vedono uno scostamento eccessivo dai range previsti per legge il collaudo si ferma.» «In questo caso - proseguo - credo però che il problema sia stato improvviso. Parliamo di un pool di persone super esperte, che in queste operazioni monitora tutto. Per capirci: il computer centrale monitora le vibrazioni. In fase di collaudo i pool non si 'fidanò del computer centrale e monitorano anche autonomamente con dei sensori quello che succede. Il gruppo di Scandellari e Busetto si occupava proprio di quello. Se ne sarebbero accorti. E avrebbero interrotto tutto». L’ex tecnico di Enel Green Power interviene anche sul tema dei subappalti: "aggiungo che anche tutti i discorsi sui subappalti hanno pochissimo senso. Le persone chiamate da altre ditte sono esperti conosciutissimi. C'è chi costruisce le macchine e chi controlla gli impianti. È una procedura assolutamente normale. In più il collaudo era arrivato in fondo»

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