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Passo indietro di FdI sul carcere per i giornalisti, il relatore ritira gli emendamenti. La maggioranza blinda il ddl Nordio

Fratelli d’Italia ci ripensa e ritira il pacchetto di 15 emendamenti presentati al disegno di legge sulla diffamazione che ha come primo firmatario Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato. Ad annunciarlo è il senatore di FdI Gianni Berrino che li aveva depositati in Commissione Giustizia lo scorso 11 aprile scatenando l’ira delle opposizioni.

L’accoglienza della maggioranza agli emendamenti che prevedevano il carcere per il giornalista fino a 4 anni e mezzo e sanzioni pecuniarie fino a 120mila euro era stata piuttosto gelida tanto che FI, con Pierantonio Zanettin, e la Lega, con Giulia Bongiorno, ne avevano preso le distanze.

La presidente della Commissione Giustizia aveva convocato subito una riunione di centrodestra che resta confermata nonostante l’annuncio del ritiro. E infatti i capigruppo di maggioranza in Commissione Giustizia si vedranno alle 14 nello studio della presidente Bongiorno, poco prima dell’inizio dei lavori parlamentari.

«Cosa si deciderà in quella sede non lo so - risponde Berrino - perchè non so leggere il futuro. Quello che posso dire è che come relatore posso presentare emendamenti in qualsiasi momento e che quelli che avevo depositato li ritiro tutti, non solo i 2 in cui si prevede il carcere».

Nelle proposte di modifica, criticate dal centrosinistra, dall’Ordine dei giornalisti e dalla Fnsi, si prevedeva tra l'altro un inasprimento delle pene nel caso in cui l’offeso fosse un politico o un magistrato e l’interdizione sino a 2 anni dall’esercizio della professione giornalistica. Nonostante il ritiro degli emendamenti, la segretaria Pd Elly Schlein continua a dirsi «preoccupata» per la «libertà di stampa».

E mentre a Bari sta per aprirsi il processo per diffamazione nei confronti dello storico Luciano Canfora querelato dalla premier Giorgia Meloni, la capogruppo M5S in Commissione Ada Lopreiato invita a «tenere alta la guardia» pur parlando di «tentativo di FdI fallito».

Soddisfatta per il ripensamento di FdI è la senatrice Avs Ilaria Cucchi che considera gli emendamenti contrari alla giurisprudenza della Consulta e della Cedu. «Resta comunque un testo liberticida», commenta il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani.

Alla Camera, intanto, sul ddl Nordio, quello che elimina il reato di abuso d’ufficio limitando fortemente anche quello sul traffico d’influenze, la maggioranza fa muro e decide di non presentare alcuna proposta di modifica per lasciare il testo così com'è stato approvato dal Senato.

Anche Azione avverte, con Enrico Costa, che non proporrà cambiamenti per evitare che «tornando a Palazzo Madama il ddl si possa arenare». Il resto delle opposizioni, invece, di emendamenti ne ha già depositati 116.

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