Sohaib Teima si è accasciato a terra mentre veniva portato fuori dalle celle di sicurezza del palazzo di giustizia di Grenoble. Un malore poco prima dell’udienza per la sua possibile estradizione in Italia. Giudici e avvocato ipotizzano possa aver assunto una dose eccessiva di farmaci antidepressivi. Intanto nei boschi sopra La Salle, a poco più di 200 chilometri di distanza, un’unità cinofila dei carabinieri cercava l’arma del delitto. Il coltello con cui - secondo la procura di Aosta - il ventunenne di Fermo, tra il 26 e il 27 marzo, avrebbe tagliato la gola della sua compagna, la lionese Auriane Nathalie Laisne, un anno più grande di lui. L’udienza davanti alla chambre d’instruction della Corte d’appello di Grenoble era prevista oggi alle 11, ma poi è stata rinviata al 25 aprile. Impossibile procedere senza l’indagato. Sohaib, che respinge ogni accusa, aveva già dato il suo assenso all’estradizione. Il procuratore avrebbe dovuto fornire il suo parere dopo il mandato d’arresto europeo spiccato dall’Italia. Poi i giudici si sarebbero dovuti ritirare per esaminare il caso. Alle 11.45 il giovane è stato portato all’ospedale universitario di Grenoble. Durante l’udienza - riporta la stampa francese - il suo legale e la corte hanno riferito che il ragazzo segue un trattamento farmacologico antidepressivo: il malore potrebbe essere legato a un sovradosaggio. Per avere sue notizie la madre, arrivata in città da Fermo, si è spostata dal palazzo di giustizia alle corsie del nosocomio. Lo stato di salute del ventunenne italo-egiziano fa passare in secondo piano le questioni che ruotano attorno alla procedura di estradizione. Una su tutte l’eventuale richiesta della procura di Grenoble di processarlo per omicidio. Anche in Francia infatti gli inquirenti hanno aperto un fascicolo analogo a quello della procura di Aosta: il femminicidio potrebbe essere considerato come l’atto finale dei maltrattamenti per i quali il ragazzo era già a processo oltralpe. Su questa vicenda l’udienza è fissata al 3 maggio prossimo. In attesa di novità dalla Francia, per tutta la mattina un cane dell’Arma, con il suo conduttore, ha perlustrato il villaggio disabitato di Equilivaz. Alla ricerca di tracce, tra i ruderi e la vegetazione. Proprio attorno alla chiesetta diroccata dove il 5 aprile era stato trovato il corpo di Auriane. L’arma non è stata individuata, ma non è da escludere che nella boscaglia possa essere stato repertato del materiale da esaminare in un secondo momento: le indagini proseguono.