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Sesso con l'alunna minorenne a Pescara, la professoressa resta sospesa

Il Tribunale del riesame dell’Aquila ha respinto il ricorso presentato dal legale della professoressa di un istituto superiore pescarese accusata di aver fatto sesso con un’allieva minorenne. I giudici aquilani hanno quindi confermato a carico dell’insegnante la misura cautelare - emessa dal gip del Tribunale di Pescara - della sospensione, per dodici mesi, «dall’esercizio del pubblico ufficio di docente».

Il ricorso puntava all’annullamento della misura cautelare o a un provvedimento meno afflittivo. La vicenda risale a due anni fa, la ragazza, oggi sedicenne, all’epoca dei fatti aveva poco più di 14 anni. I fatti sono emersi in seguito alla denuncia presentata dalla psicologa della scuola, sulla scorta delle confidenze della ragazzina. «Il rapporto di affidamento tra precettore e allieva - scrive il gip nella misura cautelare - vale a neutralizzare l’efficacia del consenso della minore».

Stando a quanto emerso, infatti, non ci sarebbero state costrizioni, ma una situazione di confusione della ragazzina, che dopo alcuni mesi, a seguito di manifestazioni di gelosia della professoressa, avrebbe deciso di mettere fine alla relazione. Il pm aveva chiesto per la docente gli arresti domiciliari, considerati però dal gip «sovrabbondanti rispetto allo scopo, apparendo sufficiente una misura che impedisca alla indagata di avere ulteriori contatti con la stessa persona offesa e con altre studentesse». In particolare, un rapporto sessuale sarebbe avvenuto in casa della docente, altri incontri sarebbero invece avvenuti in locali della scuola.

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