Ha deciso di raccontare la sua storia, fatta di anni e anni di tentativi di gioco al gratta e vinci. Un racconto affidato al regista teatrale Pietro Arrigoni con ben nove scatoloni di carta: il signor Mario in provincia di Brescia ha raccolto nove scatoloni con dentro "362 mila euro di gratta e vinci perdenti. E qui ci sono i tagliandi comprati prima del 2002, novanta milioni di lire, ovvero altri 45 mila euro. Li prenda lei, sparga questi nelle piazze. Che gli altri giocatori sappiano come si riduce chi insegue il sogno di una vincita che non arriva mai. Si fermino in tempo, si facciano aiutare". Spiega ancora al Corriere della Sera che li ha conservati "per ricordare a me stesso quanti soldi ho buttato via negli anni. Vedere i miei stipendi, i miei risparmi, trasformati in carta straccia pensavo potesse servirmi a smettere. È stato inutile. Ma finalmente mi sto facendo curare". L’uomo ha 70 anni e risiede a Brescia.
Il flash mob
Con quegli scatoloni Arrigoni e Sara Rossi della coop Gli Acrobati hanno dato vita a un flash mob contro la ludopatia finanziato da Ats Brescia. "La vita vale la pena di essere vissuta, non “grattata”" aveva detto Mario al regista Arrigoni. "Gli ho telefonato poco fa, chiedendogli se volesse raccontare la sua storia al Corriere. Potrebbe spronare altri ludopatici a chiedere aiuto. Mi ha risposto che deve tutelare i figli, la sua famiglia", ha detto il regista. Gianni Lazzari, presidente della stessa cooperativa, ha detto: "Tanti giocatori patologici pensano di poter guarire da soli. Un’illusione pericolosa. Purtroppo, in pochissimi decidono di farsi curare: vengono da noi quando i famigliari scoprono i conti in banca in rosso, gli stipendi pignorati. Il Covid non ha certo aiutato: dal 2020 in poi i pazienti si sono dimezzati".